da Milano
La parolina magica è Inter. Da oggi comanda anche in Lega, a Milano, e siede sulla poltrona che fu di Adriano Galliani, tra note alleanze politiche (nel nome dei diritti tv) e qualche baruffa di facciata (per tenere buoni i tifosi). Il traghettatore scelto allunanimità da 20 presidenti di serie A e serie B per evitare il commissario, ormai alle porte, è Massimo Moratti, petroliere, patron dellInter, vicino, vicinissimo al supercommissario professor Guido Rossi, insieme fecero parte del cda nerazzurro. È la scelta maturata ieri sera, a Milano in vista dellassemblea elettiva convocata da Massimo Cellino, reggente al posto di Galliani e che avrebbe dovuto dare alla confindustria del pallone un nuovo vertice operativo.
Le tensioni esistenti, le divisioni e le assenze, dovute alla sentenza della Corte federale, hanno dettato la linea mediana di un accordo ponte che scavalchi il rischio del commissario e prepari, con calma, lelezione. Che, ad ascoltare le parole dello stesso Massimo Moratti, deve essere indirizzata alla ricerca di un manager neutro rispetto alle società rappresentate. In parole povere, come già detto da numerosi presidenti, verrà scelto un manager professionista estraneo a tutte le società di calcio che fanno attualmente parte della Lega.
Nel frattempo il comitato composto da tre o da cinque dirigenti, presieduto dallinterista Massimo Moratti, si occuperà dellordinaria e della straordinaria amministrazione. Dovrà cioè gestire il calcio-mercato e le sue regole scritte in anticipo, provvedere alla compilazione del calendario dei campionati in tempo utile e decidere le nuove regole per la prossima figura di presidente, la «governance» come la chiama pomposamente Diego Della Valle.
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