Ci ha pensato lunedì, quando è andata per la prima volta a cena al settimo piano della Rinascente, con terrazza vista guglie. Poi, una passeggiata martedì sera attraverso la piazza, e di nuovo la stessa impressione. «Del Duomo è illuminata solo la guglia alta, solo la parte che dà sul ristorante della Rinascente. Questo va bene, ma si può rischiarare meglio tutto, almeno le altre guglie». Quindi, il sindaco Letizia Moratti - che ieri mattina ha passeggiato tra piazza Diaz e Palazzo Marino, passando ancora davanti alla cattedrale - ha deciso di aprire un confronto con l’assessore ai Lavori pubblici Bruno Simini, A2A e la Veneranda Fabbrica del Duomo per «studiare e una nuova illuminazione della cattedrale». A chi fa notare che tutta la piazza, in realtà, avrebbe bisogno di essere ravvivata la sera così forse anche cittadini e turisti ci passerebbero volentieri del tempo quando cala il sole, fa notare che «non è certo degradata, basta guardarsi intorno. E nemmeno possiamo fare un confronto con le piazze di Roma, perché i milanesi hanno abitudini diverse e frequentano altri luoghi la sera». L’assessore Simini, che sta studiando con Aem il nuovo piano di illuminazione della città - già partito in piazza della Repubblica, in viale Monza e al quartiere Isola - per una spesa complessiva di circa ventun milioni di euro, raccoglie l’appello. «Inseriremo anche piazza Duomo alla lista delle zone di interesse storico che verranno illuminate con i nuovi criteri, pensati per valorizzino meglio le chiese e i monumenti della città», spiega. Ad oggi rientrano nell’elenco l’Alzaia Naviglio Pavese, la Chiesa di San Cristoforo e la San Martino di Lambrate, la Chiusa di Leonardo, il Cimitero Maggiore, via Lazzaretto, piazza Medaglie d’Oro e San Francesca Romana. L’idea di rivedere l’illuminazione della cattedrale non entusiasma, almeno in questa fase, Benigno Morlin Visconti Castiglioni, direttore della Veneranda Fabbrica che provvede alla manutenzione e restauro dell’edificio (e gestisce direttamente solo la luce sulla Madonnina, il resto compete a A2A e al Comune). «Da parte nostra - premette - c’è una totale disponibilità a collaborare a migliorare l’illuminazione del Duomo, anche se io avrei atteso che fosse portato a termine il restauro della guglia maggiore, che comincerà a breve». Ma a lasciarlo perplesso, e a fargli precisare che «il Duomo è una cattedrale e non la Tour Eiffel, quindi il problema va risolto anche con la Curia» è la volontà o meno di «sottolineare in modo diverso il concetto di festività o ricorrenza, come viene fatto oggi», un dettaglio che «potrebbe essere sfuggito al sindaco». Attualmente, il Duomo ha un’illuminazione ordinaria, ad esempio nei normali nei giorni infrasettimanali, che privilegia la guglia più alta e la Madonnina, e una «eccezionale» su quasi tutte le 135 guglie che viene attivata circa cento giorni l’anno, ossia nel weekend e durante le festività civili e religiose. Dunque, qualora si pensasse ad un piano che aumenta le luci puntate sulla cattedrale tutto l’anno, secondo Benigno Morlin andrebbe «comunque studiato qualcosa di diverso e di più per sottolineare il concetto di festività». E, stoccatina, andrebbe anche valutato «l’impatto di quello schermo luminosissimo che è stato installato sull’Arengario e che ha cambiato i rapporti di proporzione». L’assessore all’Arredo urbano Maurizio Cadeo condivide l’idea della Moratti, ma conosce anche quella della Curia che «chiede una sottolineatura diversa per le festività».
La valorizzazione della città «passa anche attraverso luci scenografiche su monumenti e piazze, come abbiamo fatto alla Scala e in piazza Mercanti, ma in questo caso è necessario aprire un confronto serio con la Curia e la sovrintendenza».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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