Sabrina Cottone
«La sinistra dà alibi a questi gruppi, è una cosa intollerabile». È domenica mattina, sono passate ventiquattro ore dalle violenze di sabato in corso Buenos Aires, e la via porta ancora i segni del fuoco e dei vetri e degli attacchi a cose e persone lanciati dai teppisti dei centri sociali. «Incredibile, incredibile», dice come in un ritornello Letizia Moratti, e guarda le vetrine del McDonald's distrutte e oscurate nel corso degli incidenti.
Il candidato sindaco del centrodestra sabato è subito intervenuta a condannare laccaduto e a sottolineare quelle che - lei ne è sempre più convinta - sono responsabilità gravi dellex prefetto, Bruno Ferrante, e cioè di aver tollerato le violenze dei centri sociali. Ieri ha scritto una lettera di solidarietà e ringraziamento al questore, Paolo Scarpis. E è voluta tornare sul luogo del delitto, per verificare le condizioni della città ferita. «È un attacco inaccettabile che mina alle fondamenta la vita pacifica e serena della nostra città», è lo sfogo accorato del ministro che cammina tra gli scheletri delle auto e delle moto bruciate rimaste come inquietanti testimonianze in corso Buenos Aires.
Moratti è convinta delle colpe del centrosinistra, che «maschera e dà alibi a questi gruppi e questo è intollerabile». Il candidato della Cdl, è chiaro, non approva le candidature dei leader no global nelle file di Rifondazione comunista e critica linsistente occhieggiare ai centri sociali più duri e puri: «Un conto è prendere le distanze a parole, un conto è prendere le distanze nei fatti. Purtroppo questa sinistra non ha preso le distanze nei fatti e questi gruppi sono riconducibili all'estrema sinistra». Parte da qui un appello che Moratti lancia davanti alle telecamere «affinché, davvero, tutti i partiti prendano concretamente le distanze da queste manifestazioni di violenza che devastano la nostra città e che sono inaccettabili». Non una condanna dei centri di aggregazione giovanili, naturalmente, ma delle violenze che nascono in contesti ben precisi e individuabili: «Non tutti i gruppi di aggregazione e i centri sociali sono di questo tipo. Il desiderio dei giovani di stare insieme, di veder realizzati i propri sogni e di poter progettare anche il futuro la propria città non si possono confondere con atti di questa inaudita violenza».
La Moratti insiste nelle sue critiche alla politica condotta dal candidato a sindaco di Milano dal centrosinistra, Bruno Ferrante, quando era prefetto: «Certo, questi gruppi sono stati tollerati durante tutti questi anni dall'ex prefetto che era titolare della sicurezza della nostra città. Vanno chiusi? È il prefetto che deve garantire la sicurezza, non sta a me dirlo, l'importante è che sia garantita la sicurezza».
Oggi la Moratti chiederà un incontro con i leader dei partiti della Cdl e con le associazioni della società civile per discutere i temi della sicurezza, così da portare proposte concrete in prefettura, dove si riunisce il Comitato per la sicurezza. A concludere la mattinata un auspicio: «Mi auguro che sia un episodio isolato».
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