Non ci sono i soldi per finanziare i progetti di Expo 2015? Si troveranno. A tutti i costi. Milano e la Lombardia non vogliono sentire ragioni. Si batteranno con i denti e con le unghie contro il rischio del blocco della legge speciale. E tollerano solo qualche rallentamento nei tempi.
Mentre il presidente della Provincia Filippo Penati parla di «una magra figura a livello internazionale» e di un «governo distratto, che non dà certezze sul 2015», il governatore lombardo Roberto Formigoni ridimensiona lallarme ma chiede impegni precisi: «Il governo deve emanare una legge adeguata. Insisteremo fino a portare a casa lobbiettivo - si fa sentire -. Bisogna che sia una legge equilibrata, bisogna che il governo capisca che vanno coinvolti tutti gli attori in gioco». Al ministro Giulio Tremonti e alle sue teorie secondo cui «Expo può aspettare», Formigoni replica senza tanti giri di parole: «Chiediamo una piena assunzione di responsabilità da parte del governo, le risorse che sono già contenute negli accordi precedenti e uno spirito di squadra perché sono imprese che non vince una persona da sola, ma si vince sapendo collaborare verso lobiettivo. Fare Lombardia capitale mondiale delle relazioni e della capacità di puntare verso leccellenza».
Il sindaco Letizia Moratti rincara la «strigliata» formigoniana e ci mette il cuore, decisa a portare la sua mission fino in fondo: «Io ho un unico obiettivo: difendere Milano e i cittadini milanesi, qualsiasi partito sia al governo. Questa è lunica responsabilità che io sento». «La mia responsabilità - aggiunge - è di lavorare con tutti i governi. Non cè una problematica rispetto a questo governo. Ci sono delle criticità, non tanto e non solo rispetto ad Expo. Sono criticità complessive, rispetto alla manovra, al decreto sicurezza». Insomma, ridimensiona i toni, «non bisogna preoccuparsi se cè uno slittamento nei finanziamenti. Quello che conta è il risultato». Pazienza se per ottenere i fondi ci vorranno qualche giorno o qualche settimana in più. Il governo ha preso i suoi impegni ed è tenuto a rispettarli.
Gli undici miliardi di euro, attesi per integrare i 23 miliardi già previsti da Roma, si troveranno. Dire che il governo «è distratto» vuol dire quindi, secondo il coordinatore regionale di Fi Guido Podestà, «travisare la realtà. Il governo ha ereditato una situazione finanziaria dal governo precedente che deve essere obbligatoriamente tenuta in considerazione».
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