Moratti ha già trovato il compratore: se stesso

Solo lui corrisponde all’identikit tracciato: dovrà essere nerazzurro, italiano e con 300 milioni in tasca

Potrebbe anche regalarla. Sarebbe una grande idea, nello stile del padre. Ma poi chissà se il fratello lo guarderebbe ancora in faccia? Problemi di famiglia. Famiglia Moratti, non famiglia Inter. Le ultime amarezze di Massimo Moratti riportano a discorsi che non sono nuovi, ma prendono corpo sempre più spesso. Delusioni e risultati lo spingono all’idea di cedere l’Inter. No, anzi: a vedere se in giro c’è qualcuno che sia meglio di lui, per l’Inter. La vanità è una debolezza dell’uomo.
Certo, Moratti dice: potrei cedere l’Inter. Dice anche: ne ho voglia. Ma dietro questo dire ci sono condizioni che sfiorano il muro, l’impossibilità di cederla. Il compratore dovrebbe avere una gran passione tinta di nerazzurro, non essere un affarista russo, arabo o che altro, non farne una questione speculativa ma solo d’amore, sborsare almeno 300 milioni di euro (il rosso di bilancio tocca i 118 milioni) prima di cominciare a metter mano alla società e alla squadra. Con altro esborso. Nemmeno un santo... Anche se in questi giorni si sono sprecati i nomi: Tronchetti Provera (che invece potrebbe andarsene con Moratti), Bertelli, Armani, Del Vecchio, Benetton. Eppoi se è vero che Moratti è più vanitoso che ambizioso, è pur chiaro che l’amor proprio gradirebbe almeno un successo del buon ricordo. Per non far dire ai posteri: Moratti chi? Quello che perse tutto e vinse quasi niente? No, nell’album del patron nerazzurro deve infilarsi prima uno scudetto o una Champions. Poi sarà più facile rivedere il profilo di un compratore, che potrebbe anche non essere unico, visto il colossale impegno finanziario.
Nel frattempo l’Inter pensa al futuro, ovvero alla prossima stagione che contemplerà la solita caccia al tesoro: scudetto e Champions. E se il futuro di Mancini ha ancora qualche incertezza, che la conquista della coppa Italia e il secondo posto potrebbero dissolvere, l’idea di stupire tutti è tornata nei pensieri di Moratti. E allora forza con una campagna acquisti di alto profilo: caccia aperta in Italia e fuori per dotare la squadra di una grande punta da affiancare ad Adriano e un grande centrocampista. La golosità dice Thierry Henry per l’attacco, un giocatore che Moratti ha sempre amato. Ma sono tante le controindicazioni, non ultima quella finanziaria. Visti i musi lunghi di Cassano a Madrid, ecco l’idea di provarci davvero dopo i tentennamenti invernali. Mancini aveva cercato di convincere il patron in tutti i modi, avendo capito la mal parata con Adriano, Martins e Recoba. Toccato con mano che il tecnico aveva ragione, il patron sta rivedendo qualche concetto. Anzi, se arrivasse Cassano potrebbe finalmente arrendersi alla realtà e concedere il via libera alla cessione di Recoba (se qualcuno lo vorrà ancora). Piace anche Carlito «Apache» Tevez, il bomber argentino che all’Inter starebbe come a casa sua. Invece, per allargare l’italianità della squadra, la società tiene mano su Tavano, il bomber casereccio dell’Empoli. Appurato che, per il gioco di fascia, sono già arrivati Maicon e Maxwell con tutti i dubbi che ne conseguono, c’è da mettere a punto il centrocampo dove Veron non garantisce di restare e nemmeno salute costante e Pizarro non è uscito dal limbo delle incompiute. Moratti è innamorato di Guti, centrocampista del Real Madrid che verrebbe ad allungare la schiera.
Tutti, dall’allenatore agli uomini mercato, farebbero carte false per Mancini o De Rossi della Roma, meglio se entrambi. Avendo in testa un acquisto italiano di alto profilo, non resta molto.

All’estero è più facile scegliere: piace Riquelme (nel caso Veron se ne andasse), può servire Simplicio, centrocampista brasiliano del Parma ad alta resa qualità. Moratti carezza il sogno dei suoi sogni nell’accoppiata Gerrard-Henry. E, a quel punto, si guarderebbe allo specchio e direbbe: il padrone giusto per l’Inter sono solo io.

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