Cronaca locale

Moratti: «Io sindaco? Non è così scontato»

Oggi summit ad Arcore con il presidente del Consiglio e i vertici di Fi per chiarire gli ultimi dettagli

Chiara Campo

Sì, no, forse. Indovinare se il ministro Letizia Moratti si candiderà o no alla corsa per Palazzo Marino assomiglia a un rompicapo ogni giorno più oscuro. Ma per il premier Silvio Berlusconi, che lo scorso 6 maggio mentre si trovava a Catania, la lanciò come erede di Gabriele Albertini, a distanza di cinque mesi è venuta l’ora di accelerare, specialmente dopo che il centrosinistra ha incassato pochi giorni fa la disponibilità dell’ex prefetto Bruno Ferrante a candidarsi alle primarie. L’enigma della Moratti, dunque, potrebbe essere risolto questa sera ad Arcore, dove è invitata a cena insieme al coordinatore nazionale di Forza Italia Sandro Bondi e ai due coordinatori cittadini Maurizio Lupi e Luigi Casero.
«Non ho ancora deciso se candidarmi, sono fortemente impegnata a finire quello che sto facendo e che devo portare avanti sul fronte della scuola, dell’università e della ricerca» ha replicato ieri, ospite alla trasmissione «Mezz’ora» su Raitre, alla domanda secca di Lucia Annunziata. Che non ha mollato la presa, sperando che il ministro si tradisse, e le ha fatto presente che dal punto di vista giornalistico «non rispondere con un no secco equivale ad un sì». Ma Letizia Moratti ha mischiato le carte: «Non darei così per scontata una conferma...». Solo una decina di giorni fa, a cena con il capogruppo di An alla Camera Ignazio La Russa e con il coordinatore lombardo della Lega Giancarlo Giorgetti, aveva assicurato: voglio fare il sindaco. Ma mettendo sul tavolo imbandito anche le sue condizioni per la candidatura: il via libera della Camera alla riforma dell’università, già incassato, e la conclusione della manovra Finanziaria. Dopo che l’ex prefetto Bruno Ferrante ha accettato di correre per il centrosinistra, però, forse starebbe meditando un passo indietro.
Il ruolo di sindaco, peraltro, sarebbe nelle sue corde, e anche ieri lo ha ammesso: «Ho sempre cercato di interpretare tutti i ruoli da tecnico, sia quando ero presidente Rai che da ministro dell’Istruzione. Il sindaco? Gestisce, amministra, penso che sarebbe compatibile. Dipende da come sarà», poi corregge il tempo dei verbi, «...da come potrebbe essere fatto». Le notizie che la vorrebbero «incoronata» in grande stile il 7 dicembre, quando Milano festeggia Sant’Ambrogio e la prima alla Scala, confessa, «le ho lette anch’io sui giornali». Nel gioco sottile del dico e non dico, Moratti non perde il fair play anche nel giudicare quanto accade dall’altra parte della barricata: «Ho grande stima per Umberto Veronesi come scienziato, credo che abbia valutato questo suo impegno come prioritario», dice dell’oncologo indicato fino a poche settimane fa come il suo più probabile antagonista.

Sul pasticcio del centrosinistra, che ha litigato sul nome fino a che Veronesi non ha annunciato il passo indietro, non fa commenti: «Non sono un politico e non mi permetto di dare giudizi sulla politica».

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