Dalla solidarietà umana, che ribadisce, alla dura condanna. Il giorno dopo larresto di Milko Pennisi, colto a intascare una mazzetta dietro Palazzo Marino, il sindaco prende una posizione durissima. Ieri mattina Pennisi ha trasmesso attraverso i suoi avvocati le dimissioni da presidente della Commissione urbanistica. «Auspico che le dia anche dagli incarichi comunali o collegati al Comune» è la presa di posizione di Letizia Moratti. Tradotto: non basta, si ritiri pure dal consiglio e dal cda della Fondazione Stelline. Si fa fatica a tenere distante il fattaccio dal ruolo del presidente della Commissione urbanistica, che ha seguito passo dopo passo quel Piano di governo del territorio che arranca in aula. Ma è necessario, lo ha ribadito agli assessori riuniti in mattinata a Palazzo Marino e a cui ha chiesto di firmare un documento in cui «la giunta, pur confermando solidarietà umana al consigliere, condanna in modo assoluto ogni episodio di illegalità e continuerà a operare nella trasparenza e col massimo rigore nel rispetto e nella tutela dei cittadini e delle istituzioni». Non cè «alcun motivo per fermare il Pgt - ribadisce-, non corre alcun rischio, cè un vice-presidente che può continuare a portare avanti i lavori». Pasquale Salvatore, dellUdc, ne ha presieduta già una ieri pomeriggio con lassessore allUrbanistica Carlo Masseroli. Si doveva parlare di piani integrati di intervento, è diventato il processo a Pennisi. E un terreno di scambio sul Pgt. «La Moratti venga in aula lunedì o per noi ogni confronto è chiuso» avverte il capogruppo del Pd, Piefrancesco Majorino. Il sindaco ha già detto che ci sarà. Lopposizione alza il tiro e chiede anche «la presidenza della Commissione, per garantire la trasparenza». Su questo il Pdl non cede, dopodomani nella riunione di gruppo deciderà a chi assegnare lincarico (lindicazione sarà su Carmelo Gambitta). Ieri intanto il direttivo del partito in Comune ha ribadito «i principi di onestà e rispetto della legalità alla base dellimpegno del Pdl e dei suoi consiglieri» e «preso atto positivamente delle dichiarazioni dei legali di Pennisi circa lipotesi di autosospendersi da ogni incarico». In mancanza di un atto formale questa mattina, «saremo costretti a sospenderlo dal gruppo». Le dimissioni «sarebbero un gesto giusto» conferma Masseroli. É convinto che «si sia trattato di un fatto deprecabile e inaccettabile dal punto di vista politico» ma «una questione isolata, il gravissimo errore di una persona. Gli uffici comunali sono assolutamente estranei». Il potere in mano a Pennisi, da presidente, era quello di «allungare o meno i tempi in commissione». Secondo larticolo 29 del regolamento sul decentramento infatti, se un privato avanza la richiesta di un permesso di costruire e ottiene il parere negativo dal consiglio di zona (come nel caso di via Broglio, finito al centro dellinchiesta), per proseguire liter negli uffici tecnici del Comune il progetto deve essere esaminata in Commissione e ottenere il parere favorevole. I tempi della discussione sono nella facoltà del presidente. Ma, ribadisce Masseroli, «sul Pgt non ci sono ombre e abbiamo la responsabilità di fronte ai cittadini di proseguire nel lavoro in aula». Il capogruppo della Lista Fo Basilio Rizzo si aspetta «dal sindaco un appello forte con le associazioni di categoria perchè gli imprenditori coinvolti in episodi di concussione da parte della politica si facciano avanti».
Uno «stop al Pgt» arriva invece dal consigliere provinciale del Pd Roberto Caputo, che chiede anche «una commissione dinchiesta su questa vicenda, presieduta da un consigliere di opposizione». Ipotesi già esclusa dal sindaco: «Ho massima fiducia nella magistratura».La Moratti: «Pennisi si dimetta da tutto»
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