La Moratti rifiuta l’invito alla cena del Pd. Casati: "Ci ha offesi"

Polemiche al Palasharp. Il sindaco: " Sono a dieta, non vengo a una festa, ero pronta per un dibattito, invece...". La replica: "Non siamo il partito delle salamelle"

Metti una sera a cena col Pd? No, grazie. «Sono a dieta, e sinceramente preferisco mangiare con la mia famiglia». Ma è una battuta. Ovviamente non sono salamelle e gnocco fritto, piatti forti (e ultracalorici) della Festa dell’Unità il motivo per cui il sindaco, che si è buttata tre anni di fila nella tana del lupo, quest’anno diserterà il Palasharp. «Sono sempre andata alla festa del Pd per confrontarmi sui temi politici e legati alla città, come l’Expo, la Città metropolitana, il federalismo. Ma quest’anno mi hanno invitata a cena. Erano due settimane che davo la mia disponibilità a confrontarmi su un tema politico». E l’invito è stato rispedito al mittente. Meglio il Carroccio, che pure spesso e sovente non le risparmia fastidi in consiglio comunale. E infatti Letizia Moratti conferma che il 17 settembre (alle 18) sarà a Cassina Anna, zona Niguarda, per partecipare all’apertura della Festa della Lega, dopo di lei ci sarà il comizio di Umberto Bossi). E non mancherà pure il 27 settembre al Lido, alla chiusura della festa nazionale del Pdl che si terrà proprio a Milano (dal 24), quando sul palco dovrebbe salire anche il premier Silvio Berlusconi. E con slancio il sindaco anticipa che sarà presente anche «all’apertura della campagna elettorale del presidente della Regione, Roberto Formigoni», anche se dallo staff del governatore assicurano che per ora è un buon auspicio, perché al momento non è ancora in programma. Un «assaggio» fuoriporta potrebbe essere la prima festa azzurra a Noviglio il 18 settembre, dove sono date presenti le istituzioni al gran completo, sindaco, governatore e anche il presidente della Provincia Guido Podestà.
Tanti appuntamenti, che fanno andare ancora più di traverso al Pd il gran rifiuto di donna Letizia. «Snobba la Festa Democratica? Si assuma la responsabilità del rifiuto» tuona Ezio Casati, segretario del Pd Milano. È «immotivato e offensivo dire che è a dieta e preferisce cenare con la famiglia, di cattivo gusto: non siamo il partito delle salamelle. L’abbiamo invitata per tempo e non a cena, ma a momenti di approfondimento politico. Si assuma la responsabilità di quanto ha deciso. Non era mai accaduto dalla Festa dell’Unità ad ora che il sindaco di Milano rifiutasse un invito. È il sindaco di tutti e la festa è sempre stata un ambito di dialogo politico senza confini, aperto a tutte le formazioni». La verità, sostiene Casati «è che ha obbedito a un diktat di Berlusconi. Non rinnoveremo l’invito e continueremo la festa senza lacrime». Nei giorni scorsi era emersa la disponibilità del sindaco a partecipare, «sentirò Berlusconi» aveva precisato.

Alludendo alle polemiche nate alla festa nazionale del Pd a Genova («non lo invitiamo, è una festa non un festino» aveva detto l’organizzatore) e che avevano convinto anche ministri e membri del Pdl a disertare. «A voce e più volte in forma scritta le ho chiesto di intervenire a un incontro sulla città - riferisce il capogruppo Pd Pierfrancesco Majorino -. Si diverta alla festa Padana».

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