MilanoA Milano si è votato. Ma tra un anno si vota di nuovo. Letizia Moratti finisce i suoi primi cinque anni e il Pdl dovrà decidere se ricandidarla. Ecco perché i risultati in città erano da molti considerati un vero e proprio test sulla sua giunta. «Io - assicura lei mentre nel suo studio a Palazzo Marino, scorre i dati - ho sempre detto che non sarebbe stato giusto considerare il voto un giudizio sulloperato dellamministrazione. Ma visto che qualcun altro lha caricato di questo significato, il responso è chiaro». I dati sono già pronti. «A Milano il Pdl ha ottenuto il miglior risultato tra tutte le grandi città dItalia». E quindi? «Quindi il lavoro del sindaco e degli amministratori è stato premiato». Con Milano che, secondo la Moratti, con il 36% dei voti è diventata la «capitale del Pdl».
Contare per credere: il 23,1% a Torino, il 26,2 a Venezia, il 23,8 a Bologna, il 33,8 a Napoli, il 23,1 a Firenze e il 30,9 a Bari. La prova del nove che «Milano è ben governata dal centrodestra e dalla Lega alleate». Sarà così. Ma Umberto Bossi (secondo la Moratti «alleato importante e leale»), in piena euforia da Carroccio trionfante ha già detto che farà il sindaco. «Bossi ha fatto del federalismo il punto più qualificante della sua azione politica. E penso che per la riuscita di questo progetto la sua presenza al governo sia indispensabile. Questa riforma ha bisogno della sua leadership».
Parole di velluto. Ma chi ha orecchie per intendere, intenda. Nessuna rincorsa alla Lega sui temi della sicurezza. «Nel 2007 - ricorda la Moratti - ho organizzato io a Milano una manifestazione proprio sulla sicurezza. Quelle richieste che non furono accettate dal governo Prodi, sono diventate delibere a Milano».
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