Moratti: «Sì, il nostro obiettivo è Henry»

Riccardo Signori

Adriano chiede scusa per il brutto momento. Già sentita, vero? È il refrain di tutta una stagione. Quest’anno sono state più le scuse che i gol. Ma ora l’Inter gli chiede di invertire il trend: meno scuse e più gol. Stasera semifinale di coppa Italia, pronti via per il rush decisivo. Ogni partita può valere una finale (coppetta nostra o Champions), il campionato è perso, il secondo posto da conquistare, il derby con il Milan una occasione da non buttare. Oggi il bomberone dovrebbe partire dalla panchina, ideale per la meditazione. Mancini ha confermato che giocherà Cruz, probabilmente con Martins.
Invece, l’altra sera, Moratti ha fatto da balia al brasiliano durante la festa di un club nerazzurro. E lui nella parte dell’orso Yoghi. «Sono un ragazzo semplice, mi piace sentire il calore della gente, soprattutto in questo momento non facile che sto vivendo. Se non riesco a ridere ed essere felice, non riesco neppure a fare andare bene le cose. Sono certo che da qui a fine stagione potrò dare il mio contributo alla squadra. Non voglio promettere nulla, ma voglio rispondere a tutti sul campo». Ideale per sentire tintinnare i campanelli, chissà Moratti come si sarà sciolto. E per una sera avrà evitato di mandare a letto il suo campione di prima mattina. Già, cosa ci faceva Adriano al Rolling Stone, un locale di Milano, venerdì notte dopo le quattro, bevendo e fumando? Il solito, aspettava l’ora dell’allenamento. E Moratti è lì che vagheggia un attacco con Adriano ed Henry o, perché no?, Adriano e Ronaldo. Sul caso, l’ultima versione del patron è più realistica di altre volte. Una battuta per Ronaldo: «Dovrebbe perdere una ventina di chili». Una speranza per Henry: «Chi non lo prenderebbe? È un piacere vederlo giocare, sarebbe un piacere vederlo nell’Inter. Però gli piace Londra ed è legato all’Arsenal. Se potremo, cercheremo di fargli cambiare idea». La candidatura di Ronaldo è addirittura confortata da un’uscita di Ronaldinho, che deve volergli un gran bene. Tanto da tirargli l’ultima volata in una intervista a un quotidiano croato. «Vedrete che Ronie giocherà in Germania il miglior mondiale della sua carriera: sarà lui il re della coppa del mondo. Si presenterà al top».
Intrecci che piacciono tanto quando non c’è di meglio cui pensare. A proposito, in Francia dicono che l’Inter è interessata a Didier Zokora, centrocampista ivoriano del Saint Etienne espressamente garantito da Drogba. Ma, in tutto questo, la partita con l’Udinese non è un fastidioso impiccio. Vero che l’Inter avrà un problema in più rispetto a Juve e Milan. Da qui a fine aprile giocherà mercoledì e sabato senza respiro, se riuscirà ad infilarsi anche nella semifinale di Champions. Ovvie le preoccupazioni di Mancini, che invece non si preoccupa del contratto di Recoba quanto, magari, Moratti. «Fino al termine della stagione ci sono due mesi fondamentali. Se le cose andranno bene, credo che il Chino non avrà problemi per il rinnovo, visto che non ne ha mai avuti».
Il personaggio è una delle spine che divide il Moratti innamorato e il Mancini disamorato, ironico, deciso a non rispondere più a domande su Ronaldo e preoccupato solo dalle incertezze su Veron. «Se andasse via sarebbe una grave perdita». Poi meglio pensare ai problemi immediati. In coppa Italia l’Inter non perde da 18 partite (19 dicembre 2002 contro il Bari). C’è da fare scongiuri. «Temo la reazione dell’Udinese, capita quando si cambia allenatore.

E credo che questa partita conti più di quella di sabato», ha aggiunto il tecnico che, però, proverà la squadra di riserva. Julio Cesar tornerà in porta, Figo curerà i pestoni, Veron probabilmente riposerà, Cambiasso anche. Gol affidati a Cruz, uno che dorme sonni tranquilli salvo non si trovi in area di rigore.

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