La Moratti: "È per la salute dei cittadini"

Mai avuto dubbi che la norma sarebbe passata. Pace con Berlusconi? Con lui non ci sono stati problemi

La Moratti: "È per la salute dei cittadini"

Milano - «Dubbi di non riuscire a far passare il ticket? Mai avuti. Pace con Berlusconi? Con Berlusconi non ci sono mai stati problemi. Tra pedaggio e divieto della Regione per i mezzi più inquinanti, il traffico in centro calerà del 67 per cento». Giacca bianca, pantalone nero, gioielli in spettacolare parure, Letizia Moratti assapora la sua prima grande vittoria da sindaco di Milano. Contro tutto e contro tutti. In pochi ci avrebbero scommesso. Troppo impopolare il provvedimento, troppo spaventati i partiti del centrodestra attesi da cruciali appuntamenti elettorali e tutti impegnati ad accusare il premier Romano Prodi di mettere continuamente le mani nelle tasche degli italiani. «Ma come Letizia - le parole di Berlusconi in un pomeriggio di fine estate nella sua villa in Brianza - noi ci lamentiamo delle tasse del governo e poi ne mettiamo una proprio a Milano dove amministriamo noi?». Nemmeno una piega. «La salute dei milanesi è più importante», rispose lei. E avanti dritta. «Chi pensava che avrebbe cambiato idea - scuote la testa Riccardo De Corato, vicesindaco An di lungo corso - proprio non conosce Letizia Moratti». Certo lei, la lady di ferro, sull’Ecopass si è giocata tutto. Vero è anche che, a forza di limare, il provvedimento è uscito ben diverso da come si era partiti. Solo un pallido ricordo i 2mila euro di cui si parlava. E con Ignazio La Russa che oggi si accoda al coro di chi canta vitoria. «Alla fine - il suo ghigno - a pagare non saranno più di 20mila auto al giorno su un parco di quasi 2 milioni». E la Moratti si sgola a ripetere che «questo è solo una parte del piano strutturale per salute e qualità della vita». Ripete che «migliorerà il trasporto pubblico con più mezzi e due nuove linee del metrò, il verde con 500mila alberi, l’energia pulita per riscaldare 400mila case, altri 50 chilometri di piste ciclabili». Il tutto finirà in una grande campagna di comunicazione con manifesti, pagine comprate sui giornali e una lettera spedita a 690mila capofamiglia. Conto finale, 2 milioni e 500mila euro («Pochissimo in un piano che vale 2 miliardi e 400 milioni»). «Eppure - si lamenta con i suoi consiglieri - tutti parlano solo del ticket». Che fa paura. E allora lei gioca l’altra carta. «È solo una sperimentazione.

Un anno e poi si vedrà». Chi vedrà? «I milanesi, con una consultazione». Un referendum? «Magari sì, vedremo quale sarà il modo migliore per sapere cosa ne pensino». Pronta a cambiare idea? A pensarlo, ancora una volta, solo chi non la conosce.

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