MilanoCera una volta un garantista, Giuliano Pisapia. Ma a due settimane dalle elezioni comunali, nella sinistra milanese dilagano i soliti riflessi. E quel garantista finisce per cedere ai forcaioli.
A Milano, cè poco da fare, non si parla solo di metropolitane e verde pubblico. La sfida è anche politica. E se nella città della procura più discussa dItalia cè di nuovo aria di possibile vittoria al primo turno del centrodestra, e lo si deve anche al tema-giustizia. Le ultimissime vicende sono quelle che coinvolgono Marco Osnato e Marco Clemente. Il primo, consigliere comunale uscente, ricandidato e vicecoordinatore cittadino de Pdl, è diventato «un caso» perché i pm hanno chiesto una proroga delle indagini che vedono coinvolti sei dirigenti dellazienda di edilizia residenziale per una vecchia storia di presunte irregolarità e tangenti nel sistema degli appalti. Il secondo, anche lui candidato, è stato «processato» dal Pd perché, pur non essendo indagato (né sentito dagli inquirenti) è finito in unintercettazione ambientale riportata in unordinanza che ha portato allarresto di 35 presunti affiliati alle ndrine del nord. Insomma due vicende che, nella peggiore delle ipotesi per gli interessati, dovranno essere chiarite. Ma tanto basta: i partiti della sinistra si sono scatenati, chiedendo passi indietro ai candidati e prese di distanza al Pdl, ed evocando nuovi «casi-Lassini». Come se le liste dovessero subire una sorta di preventiva approvazione.
Ma anche in politica il troppo stroppia. E il sindaco Letizia Moratti ieri ha detto basta: «Non è più tollerabile - ha dichiarato - la condotta di questa sinistra forcaiola pronta a bollare come delinquenti persone ancora oggetto di indagini preliminari. In particolare - ha aggiunto - Pisapia, campione di garantismo, fra i fautori addirittura di una proposta di legge per lindulto ai terroristi, smette questi panni e tace solo quando vengono chiamati in causa esponenti e candidati del Pdl». La Moratti ha stigmatizzato la linea del suo rivale: «Pisapia assiste silente e compiaciuto agli attacchi violentissimi di esponenti della coalizione di sinistra che lo sostiene e ben si guarda dal ricordare che il principio di presunzione dinnocenza è uno dei capisaldi del nostro stato di diritto. Questo comportamento è un esempio di incoerenza e di scorrettezza morale. Questo garantismo a corrente alternata non è più sostenibile». «Letizia Moratti non sa nemmeno di cosa parla, non sa cosa sia il garantismo», ha replicato laltro.
Intanto la giustizia promette di restare al centro della campagna elettorale. Dal Pdl arriva infatti una notizia che rilancia dubbi e polemiche: «La procura - ha detto ieri il deputato Giorgio Stracquadanio - avrebbe chiesto e ottenuto il divieto alla nostra manifestazione di solidarietà con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi in programma per lunedì prossimo». «È il quarto intervento a gamba tesa contro il Pdl e i suoi esponenti», commenta il parlamentare. Tribunale e questura però escludono di aver chiesto e deciso un divieto, mentre il comando di polizia municipale conferma di avere «autonomamente» deciso lo spostamento della manifestazione da un lato allaltro del palazzo di giustizia, «per motivi di ordine viabilistico». Ad aumentare la tensione in città lo scontro sullapertura dei negozi per domani primo maggio.
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