Milano - Non è ancora il 4 maggio, quando il Milan ospiterà l’Inter in una stracittadina dal sapore antico, ma è già derby sul nome di Ronaldinho. Milan e Inter si contendono il 28enne brasiliano a suon di milioni, senza risparmiarsi stilettate, senza usare troppo riguardo. D’altronde, i rapporti tra i due club, dopo i tanti scambi nel passato, guarda caso tutti pro Milan, sono a livello di gelo totale e per l’ex Pallone d’oro si prevede una guerra senza esclusione di colpi.
Ronaldinho preferisce il Milan, vuole il Milan anche per i tanti connazionali alla corte di Ancelotti e da giovedì scorso ha mandato in avanscoperta il fratello-procuratore Roberto De Assis che con Adriano Galliani, Ariedo Braida e il consulente Ernesto Bronzetti ha parlato (e cenato) a lungo della situazione del giocatore, sotto contratto fino al 2010 col Barcellona. Blaugrana che hanno comunque autorizzato De Assis a prendere contatto col Milan, aprendo di fatto un’asta tra rossoneri, Chelsea e Inter.
Già, anche l’Inter perché dopo lo scherzetto Ibrahimovic rifilato al Milan, Massimo Moratti vorrebbe sottrarre ai rossoneri anche Dinho. «Il giocatore ci interessa realmente», le parole del presidente nerazzurro al termine della vittoriosa partita con la Fiorentina, «e lo stesso Ronaldinho, attraverso il suo procuratore, ha mostrato un certo interesse alle nostre offerte. Faremo le opportune valutazioni, ma il nostro non deve essere considerato come un dispetto al Milan. Se poi altri lo interpretano come azione di disturbo... affari loro». Ma la battuta successiva è di quelle che creano più di un sospetto: «Non siamo aggressivi come il Milan, ma in questi giorni verificheremo: se ci saranno possibilità, bene, altrimenti finirà in rossonero». Detto così sembra un prendere o lasciare, ma anche ieri Moratti ha ribadito l’interesse per il brasiliano (e per il compagno di squadra Deco): «Vediamo cosa succederà questa settimana, per ora pensiamo solo a vincere il campionato. Tutto il resto fa parte del solito giro di curiosità per il futuro. Mancini non mi ha fatto richieste particolari, ci sono giocatori nel mercato che possono essere utili a seconda del valore e del prezzo che hanno e a seconda di quanto possono inserirsi bene nella squadra».
«Ronaldinho interessa a tutte le grandi squadre perché è ancora giovane, difficile però dire dove andrà. Inter? Se vuole venire da noi porte aperte, ma deve comportarsi da serio professionista come tutti i nostri giocatori», si è lasciato scappare Mancini domenica sera. Insomma, l’interesse c’è e lo stanno a dimostrare le offerte arrivate sulla scrivania del presidente Laporta: 20 milioni dal Milan e 25 dall’Inter con un ingaggio al brasiliano di 8 milioni netti annui per quattro stagioni da parte rossonera, a fronte dei 10 milioni dei nerazzurri. E a far pendere la bilancia su via Durini potrebbe essere lo sponsor Nike, quello dell’Inter, più interessato a vedere Dinho nel club di Massimo Moratti che non con la maglia rossonera griffata Adidas.
Milan comunque favorito, come dimostrano i consensi positivi dei giocatori rossoneri. «Quando sono arrivato al Milan dall’Inter, dove avevo il 10, non ho chiesto lo stesso numero perché l’aveva Rui Costa», spiega Clarence Seedorf. «Quando Rui se n’è andato, ho chiesto di poterlo avere perché il 10 è sempre stato il mio numero preferito. Credo che questo modo di fare possa valere per tutti, Ronaldinho compreso.
Per il resto l’arrivo di Dinho è un bene, una di quelle cose che possono restituire entusiasmo all’ambiente». Seedorf si tradisce, per lui l’affare è già concluso: «L’allenatore e la società sanno quello che serve, si tratta di trovare giocatori che possono fare la differenza». E Ronaldinho è proprio uno di quelli.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.