La Moratti stoppa i partiti: «In squadra solo chi vale»

«Quando arrivai al ministero c’era un deficit di 5 miliardi. Qui Albertini mi lascia 849 milioni in cassa»

Sabrina Cottone

Ha trovato un mazzo di rose bianche in ufficio e 849 milioni nelle casse del Comune. Due segnali di benvenuto molto graditi dal neo sindaco, donna con delega al bilancio. «Quando sono arrivata al ministero dell’Istruzione, c’era un deficit di 5 miliardi di euro e ho dovuto lavorare per lasciarlo in pareggio» racconta Letizia Moratti e ringrazia il suo predecessore, Gabriele Albertini. L’occasione è il passaggio ufficiale di consegne, sancito davanti ai fotografi in sala giunta con la firma congiunta della verifica di cassa. Nel suo primo giorno a Palazzo Marino, la Moratti ha chiesto bandiere a mezz’asta e un minuto di silenzio dei dipendenti comunali per il lutto di Nassirya.
«L’agenda ripartirà dalla città» annuncia durante la conferenza stampa successiva al passaggio di consegne. Al primo posto i temi sociali e tra gli obiettivi più urgenti «evitare l’emergenza anziani in estate». Il sindaco ha in agenda incontri sui temi della cultura, della sicurezza, del traffico, dell’ambiente e tra le iniziative «un confronto con alcune zone della città e la sperimentazione di progetti sociali con gli operatori locali», tra i quali don Roberto Rondanini e il suo «Villaggio Barona» e poi altri volontari impegnati a combattere il disagio giovanile in Corvetto e Papiniano. «Mi preoccupa cercare di mantenere il dialogo con la città e capire le priorità» è la sintesi.
Parla di squadra («sarà pronta nelle prossime settimane») e ripete ancora una volta i criteri che intende seguire per formarla: «professionalità e competenze specifiche». Il tema è caldo, perché i partiti si aspettano il riconoscimento del proprio ruolo e temono che il sindaco punti a inserire troppi tecnici. Inoltre c’è da fare i conti con il malumore dei consiglieri comunali, alcuni al terzo mandato, che, se si sentissero frustrati dalle scelte del sindaco, potrebbero creare serie difficoltà al passaggio delle delibere in aula. Anche per questo motivo si è discusso della nuova figura dei consiglieri con delega, proposta dai vertici cittadini degli azzurri.
Lei dice «no alla moltiplicazione delle poltrone» e sì alle proposte con contenuti. E davanti alla richiesta di dieci assessorati formulata da Forza Italia assicura: «Il mio sarà un lavoro congiunto con i partiti ma non deciderò in base ai numeri e ai pesi politici». Sul nome del vicesindaco, conferma in pubblico il gradimento per Riccardo De Corato ma non esclude altre possibilità. Ancora una volta pone una questione di metodo: «Penso a una figura complementare alla mia e ci sono diverse persone che possono avere tali caratteristiche».
Annuncia di avere in programma numerosi incontri istituzionali, con il presidente della Regione, Roberto Formigoni, il presidente della provincia, Filippo Penati, e poi il presidente dell’Anci (l’Associazione nazionale dei Comuni italiani) «per valutare le richieste economiche del governo in occasione del Dpef».

Ha in mente relazioni di collaborazione con il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, sulle infrastrutture, e con il primo cittadino di Roma, Walter Veltroni, su Malpensa e altri temi. Moratti ha chiesto per sé la delega ai rapporti istituzionali, dei quali si occuperà in prima persona il suo consigliere politico, Paolo Glisenti.

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