Moratti striglia l’Inter ma schiaffeggia Rafa: «Né gioco né carattere»

La miglior difesa è l’attacco. Detto e fatto. Ieri Moratti è passato all’attacco a modo suo, che poi è il solito. Cercare colpe e colpevoli, schiaffeggiare l’allenatore senza farne il nome, rifugiarsi nelle battute a doppio uso. Impossibile ascoltare un mea culpa personalizzato. Chi mai doveva gestire il mercato, secondo logica e necessità della squadra? D’accordo sul risparmiare, ma dopo aver buttato 30 milioni per Quaresma.... Nulla sarà più come prima nei suoi alibi. Biabiany, Coutinho, Nwankwo e Obi, aggiungete perfino Pandev, questo è il nome della rosa che dovrebbe provare a rivincere. Scherzate!
Moratti furente, nonostante l’aplomb nelle risposte. «A Londra sono mancati sia il gioco, sia il carattere. Non bisogna reagire tutte le volte con severità quando capitano queste cose. Ma, se non altro, bisogna rendersene conto e capire che così non si possono raggiungere i risultati». Lo ha detto come stesse bevendo un caffè, faccia un po’ ingrigita, ma niente più del solito. Invece stava spargendo acido. Altamente corrosivo, quando ha toccato il buco nero di questo periodo: infortunio dopo infortunio, l’Inter ha esaurito la scorta di giocatori. Infortuni, preparazione, sotto a chi tocca prendersi le sberle. Qui Moratti è collaudato. Intoccabile il medico, restano allenatore e preparatore. E infatti: «Cerco di informarmi il più possibile e capire cosa succede. Qualcuno deve fare un po’ di marcia indietro. Non so chi? Ma bisogna cercare di passare dalla teoria alla pratica. Spero solo che non capitino più situazioni del genere».
Ecco, il problema dell’Inter non è tanto quel che dice Moratti, libero di criticare, ma il modo di farsene scudo da parte dello spogliatoio. Non sarebbe la prima volta. Quelli pronti alla fronda e quelli invariabilmente corretti con chiunque stia sulla panca. Basta andare a leggersi l’ode d’amore a Mou, che Materazzi ha pubblicato sul suo sito. Parla di Mourinho perché Benitez ascolti, guarda caso proprio ieri dopo l’ultimo exploit del suo ex e il primo cicchetto di Moratti al nuovo tecnico. «Come sempre Mourinho ha mostrato d’aver tanto sangue nelle vene.... Quando le cose si mettono male, Mou non esita a togliere un difensore per mettere un attaccante in più....La fortuna aiuta gli audaci e i grandi allenatori....». Immaginate Benitez come destinatario e il giochino è fatto. Materazzi magari ha interpretato pure il pensiero di Moratti. Così si rischia di dimenticare chi discute, anziché correre e inseguire gli avversari, e le stelle affumicate vengono salvaguardate.
L’altra sera Abate ha messo la museruola a Cristiano Ronaldo. Parliamo di Abate. Per due partite consecutive, Maicon non è stato capace di tener testa a Bale, quasi avesse gambe di legno. Fino all’anno passato Maicon era considerato il miglior terzino destro al mondo. Il confronto con Abate è impietoso. In un caso come questo, cosa contano le decisioni di un tecnico? Nulla. Se il più forte del mondo fa la figura del pollo. Eppure Moratti... «Bale? Lo abbiamo visto sia a Milano, sia a Londra. È forte, c’è poco da dire. Certo conoscendolo già, forse.... Ma ha fatto grandi cose». Discorso assolutamente condivisibile, ma a chi recapitarlo? Perchè non ragionare anche sul valore attuale di una squadra? Intanto Bedy Moratti, la sorella del presidente, ha cercato di mitigare l’effetto strigliata. «Il presidente può dire quello che vuole ed è giusto che sia così, penso che Benitez lo ascolti. Io so che è un bravo allenatore e farà molto bene». Accenno di buon senso per far intendere ai giocatori... Ha ricordato il presidente: «Anche negli anni passati sono capitati momenti no. In questi casi bisogna concentrarsi e mettersi in condizione di fare meglio».
Qualcuno potrebbe dire: allora c’era Mourinho.

E Moratti ammiccherebbe, come ha fatto al “tre” mostrato dal portoghese ai tifosi del Milan. «Un gesto adeguato». Nello stesso tempo Benitez stava spiegando alla squadra tutti gli errori: a tono duro, ma forse non abbastanza “adeguato”. Servirebbe un Balotelli... magari per adeguare i toni.

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