Moratti vede rossonerazzurro Pronto il grande dispetto: Leo

Piace, ma vuole un contratto lungo. Il patron: "Ancora nessun contatto". SONDAGGIO: chi è il migliore per sostituire Benitez? VOTA

Moratti vede rossonerazzurro 
Pronto il grande dispetto: Leo

Adesso si scateni Mouratti. Ideale sintesi fra Mourinho e Mo­ratti. A modo loro si somigliano, almeno nel calcio. Esplosivi, tal­volta fantasiosi, pronti al dispetto a tutto campo. Moratti ha passa­to due giorni a Madrid. Mou­rinho ha scatenato fuochi e fulmi­ni contro il Real negli ultimi due giorni. Il suo procuratore, però, ha messo d’accordo i dubbiosi smentendo incontri con Morat­ti, non altrettanto decisamente l’ipotesi di un divorzio a fine sta­gione: «Non è da Mourinho mol­la­re un progetto solo dopo un an­no. Ma nel calcio mai dire mai». Semmai... l’Inter avrà tempo in estate. Il tempo fugge e il 29 dicembre si avvicina. Ci sono da saldare i conti con Benitez (8 milioni se gli avvocati non troveranno la via di uno sconto) e annunciare il nuo­vo tecnico. E parlando di dispetti, il nome vien d’istinto:Leonardo. Il tipo che piace a bambini, mam­me, papà ed anche ai presidenti finché non contesta. Un po’ ma­nager e un po’ allenatore. Quindi a doppio uso, in vista del futuro. Moratti continua a sognarsi Pep Guardiola a cui scade il contratto a giugno («Ancora nessuna tratta­tiva », ha fatto sapere il manager), ma intanto potrebbe provare il Guardiola all’italiana. Leonardo è l’allenatore ideale per il mo­mento: disponibile subito,a prez­zo d’occasione, ma con una con­­troindicazione: vuole un contrat­to lungo (5 anni) e l’Inter gliene può offrire meno (18 mesi/ 2an­ni). La via d’uscita sarebbe quella di diventare dirigente, nel caso in cui.... Il dispetto sta in quel suo es­sere ex milanista, come Ibrahi­movic, per esempio, è stato un ex interista. Insomma in qualche modo Moratti vuol rispondere all’altra sponda. Anche se ieri sera ha al­lontanato qualunque tentazio­ne. «Benitez è ancora il nostro al­­lenatore, smentisco contatti con qualunque tecnico».Frase politi­camente corretta per seguire la prassi: prima via il vecchio tecni­co, poi tocca al nuovo. Moratti aveva contattato Leo già un mese fa (smentito anche questo), deci­so a disfarsi di Benitez ma senza la convinzione che fosse la solu­zione giusta prima del mondiale. Probabilmente se ne sarebbe di­s­fatto comunque, di ritorno da Abu Dhabi. Prima della partenza Moratti disse: «Andiamo, poi ve­dremo ». Ed era più di un segnale. Il tecnico spagnolo lo ha anticipa­to: da buon navigatore aveva ca­pito tutto. Ed, allora, ha giocato sull’anticipo. Ora sarà da vedere se Moratti riuscirà a intentargli la giusta causa (il tecnico ha prova­to a imporre un diktat: o tre acqui­sti o parlate con il mio procurato­re. E ha fatto insinuazioni sulla correttezza dei giocatori).L’Inter aveva pensato all’arma della giu­sta causa anche con Mancini, sot­to altra e più pesante forma, ma ha dovuto cambiare rotta. Il pro­curatore di Benitez ha annuncia­to di non esser stato contattato dalla società, mentre la società ha fatto i primi passi per avviare la guerra del danaro e disfarsi ve­locemente del tecnico. Rispetto ai giorni scorsi la lista di gradimento si è assotigliata: escluso Spalletti, perché Moratti non ha voglia di avviare trattative con un altro club. E, proprio ieri, lo Zenith ha emesso un comuni­cato confermando che Spalletti resterà un altro anno. «Come da lui stesso dichiarato»,vien sottoli­neato. Non va dimenticato che, per accontentare l’allenatore ita­liano, il presidente della società di proprietà della Gazprom, ha sborsato 50 milioni di euro per ac­quistare giocatori. Fuori Spalletti e fuori anche Capello: per le stes­se ragioni dell’altro (troppo lun­go avviare trattative con la feder­calcio inglese) e perché troppo di­spendioso, almeno per quest’an­no. Il presidente ha cercato un minimo di coerenza con il merca­to risparmioso. Resta(va) Zenga, amato dal figlio Moratti più che dal padre. Il prescelto ha un nome italia­no ( almeno quello) tanto caro al­la nostra cultura (non quella sportiva), la faccia da bravo ragaz­zo e la capacità di rapportarsi con i giocatori. Il clan brasiliano del­l­’Inter conta parecchio nello spo­gliatoio, gli argentini se ne faran­no una ragione e Materazzi (no­to fustigatore di allenatori) maga­ri si zittirà, sapendo che Leonar­do è un pupillo del presidente.

Ieri Moratti, al ritorno da Ma­drid, ha riunito gli stati generali, i tecnici, i legali e la sua cassaforte personale impersonata da Rinal­do Ghelfi. Tutto è pronto, tranne la firma di Benitez sulla dimissio­ni o sull’accordo di transazione.

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