Dai cassetti stracolmi e dimenticati di Dacia Maraini spunta un considerevole patrimonio di documentazione fotografica di quello che, oltre a essere stato per tanti anni suo compagno di vita, è anche uno dei maestri della narrativa del Novecento. Ed è da qui che parte il lavoro di puntuale sensibilità con cui Serafino Amato ha potuto preparare la mostra fotografica «Moravia. Dal mondo intero» che viene ospitata fino al 22 dicembre nei locali della Ex Gil di largo Ascianghi a Trastevere.
Le immagini, proposte in formati di grandi dimensioni, sono disposte seguendo un percorso ben preciso che ambisce a sottolineare la continuità di unesperienza personale e al tempo stesso universale delluomo in viaggio. Dalla Cina allUnione Sovietica, da Cuba al Centroamerica, dal Sudan alla Nigeria, la Maraini (sulla scia del celebre padre Fosco, grande orientalista ma altrettanto celebre fotografo) documenta con la sua reflex i piccoli e grandi momenti dei viaggi in compagnia dellautore degli Indifferenti. «Non so se sono belle foto - si schermisce la Maraini -, di certo ho sempre usato la macchina fotografica come un taccuino. Perché uno scrittore deve anche saper guardare oltre che raccontare». Come testimoniano anche questi scatti e come ricorda oggi la Maraini, il Moravia instancabile globe-trotter mostrava proprio nei viaggi «tutta la sua grande curiosità».
Le immagini testimoniano anche di un mondo scomparso, e comunque radicalmente cambiato. «LAfrica di allora era sì povera, ma aveva uno spirito e una serenità oggi introvabili» conclude amara lautrice di Bagheria.
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