da Berlino
Si sa, dalla Germania giungono voci di grandi italiani. Il 18 settembre 1943 Mussolini, liberato dalla prigionia del Gran Sasso, parlò da Radio Monaco: «Italiani, questa voce che vi giunge da lontano...». Ieri, 13 febbraio 2007, un altro grande italiano, Nanni Moretti, ha parlato da Roma a Berlino. Il viva voce del telefonino di Alberto Barbera, direttore del Museo del cinema di Torino, amplificava con qualche scarica, come nel 1943. L'emozione è stata la stessa di allora. I presenti si sono alzati, alcuni sull'attenti, anche se pochi capivano. Nato a Brunico e di origine atesine, Moretti parlava infatti un tedesco fluente; non diceva solo «Raus» e «Schnell», come in uno dei primi film, irridendo gli stereotipi dei film di guerra. Solo quando Moretti è passato all'italiano, gli astanti hanno sorriso. «Malato, Moretti - spiegherà Barbera - non ha potuto venire» al pranzo della Piemonte Film Commission al Marriott di Berlino, Potsdamer-Platz, cento metri dal bunker della Cancelleria. Si finge di crederci, ma soprattutto si medita sulle ultime, sibilline parole: «Torino Film Festival, Mostra di Venezia e Festa di Roma faranno sistema. L'ho detto e ridetto, anche se non so bene che cosa significhi...
Moretti: «Nessuna guerra tra Festival. Anzi sì...»
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