Moretti sbarca in Germania: treni tricolore per i tedeschi

In un mercato ferroviario europeo che, almeno sulla carta, è ormai completamente liberalizzato, le varie imprese nazionali, diventate concorrenti, si stanno da tempo attivando per creare nuovi assetti, non senza tensioni, forzature e dispetti. Le Ferrovie italiane hanno qualche spinoso fronte aperto, soprattutto con Francia e Germania, ma ieri sono riuscite a portare a casa un risultato senz’altro di rilievo: hanno vinto la gara per l’acquisto di Arriva Deutschland, che opera nel trasporto locale passeggeri in Bassa Sassonia, Baviera, Berlino, Brandeburgo, Nord Reno-Westfalia e Assia. La compagnia ha 252 treni, 830 bus, 546 chilometri di binari, 12 officine di manutenzione, 3mila addetti, 460 milioni di euro di fatturato e il risultato in utile. Le Fs hanno come partner di minoranza il fondo franco lussemburghese Cube Infrastructure; insieme, investiranno una cifra che non è stata ufficializzata, ma che dovrebbe aggirarsi sui 350-400 milioni. La quota delle Fs, sempre secondo indiscrezioni, sarà coperta soprattutto con indebitamento.
È la prima volta che le Ferrovie dello Stato vanno a gestire all’estero il trasporto passeggeri; nel trasporto merci sono già presenti dal 2005 in Germania con Tx Logistik, società di cui possiedono il 74% e che chiude i bilanci in utile. L’investimento in Arriva ha un significato importante per Mauro Moretti, amministratore delegato e padre-padrone delle Fs, perché significa «mettere un piede» in Germania, assumere una reale dimensione internazionale e creare le prime simmetrie alle presenze straniere in Italia: va ricordato che le francesi Sncf sono presenti con il 20% nel capitale di Ntv, concorrente privata di Moretti nell’Alta velocità italiana, che il Tgv francese arriva in Italia mentre il nostro Frecciarossa non entra in Francia, che le ferrovie tedesche, Db, insieme alle Obb austriache, effettuano autonomi servizi giornalieri tra Monaco e Milano, Venezia, Bologna, senza un reciproco servizio italiano.
Molti si chiederanno: perché Moretti investe nel trasporto locale all’estero quando il trasporto locale italiano è svolto in condizioni spesso insoddisfacenti per i clienti, soprattutto per i pendolari? Trenitalia ricorda innanzitutto che del trasporto regionale in Italia sono responsabili le Regioni, che scelgono il fornitore, gli orari, il materiale rotabile e che alla fine pagano il servizio. E se in Italia non sono presenti operatori stranieri - hanno sempre ripetuto gli uomini Fs - è perché da noi il corrispettivo non è remunerativo. Lo stesso Moretti ha ricordato recentemente in un’audizione al Senato che il ricavo medio derivante dal trasporto regionale in Italia è di 11,8 centesimi per passeggero-chilometro, quando in Germania è di 19,2 e in Francia di 22. «Se ci fosse riconosciuto - sottolineano alle Fs - quanto assegnato ai pullman del trasporto regionale, 15 centesimi, faremmo 700 milioni di attivo all’anno». La scarsa appetibilità economica del trasporto locale in Italia spiega come finora gli stranieri non abbiano vinto alcuna gara, mentre le condizioni più remunerative del mercato tedesco spiegano perché Moretti abbia deciso di insediarvisi. Ma per il determinato ad delle Fs si è trattato anche di una mossa d’anticipo, visto che egli è sempre stato esplicito nel dichiarare «timore» nei confronti di un’«avanzata in forze» dei tedeschi sul mercato italiano.
Da un punto di vista strategico, ora appare più sguarnito il coté francese, dove le Sncf tengono stretto il monopolio più di tutti in Europa.

Ma Moretti sta pensando da tempo di dare una spallata anche lì, entrando nel capitale del gruppo Veolia, operatore privato passeggeri e merci. Sarebbe un modo per rispondere alla presenza di Sncf in Ntv, che dall’anno prossimo farà concorrenza al Frecciarossa sulle linee ad Alta velocità in Italia, il segmento più pregiato del traffico passeggeri.

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