«Non cè nessuna lite tra i dirigenti di Forza Italia», sembra quasi una notizia quella che dà Luigi Morgillo, vicepresidente del consiglio regionale ed (ex) capogruppo degli azzurri. Notizia che arriva a smentire quanto detto qualche giorno fa a Genova dal coordinatore nazionale del partito Denis Verdini che aveva tirato le orecchie a dirigenti ed eletti.
Allora si può dire che le polemiche sono archiviate?
«Ma qui non si tratta di polemiche o scontri tra i dirigenti. Abbiamo avviato un processo di cambiamento e questo deve essere il più trasparente possibile. Vorrei più chiarezza nel ruolo tra eletti ed elettori, tra eletti e partiti, tra i dirigenti del partito, gli eletti e gli elettori».
Cosa la mette in confusione? Le riunioni in trattoria?
«Non è una questione di spazi dove uno si riunisce. Il fatto è che ad oggi esistono Forza Italia e Alleanza Nazionale e con loro degli organi interni che vanno rispettati: dai qui devono nascere le scelte strategiche».
Nota del disorientamento tra i militanti?
«È una conseguenza logica di un comportamento verticistico. Dobbiamo stabilire delle regole chiare su come strutturare il Pdl. Anche in Forza Italia cè chi continua a dire che è giusto che i vertici siano nominati dallalto. Un discorso che non mi appartiene. Voglio che la base venga coinvolta sulle scelte».
Come si può risolvere questa «impasse»?
«Ritengo che sia necessario che a livello nazionale ci vengano date delle regole. Stabiliamo fin dora che i coordinatori nazionali e regionali siano eletti e non nominati, che i candidati per le varie elezioni vengano scelti con un ampio sistema e evitiamo il cumulo delle cariche per ciascun eletto. Diciamo con chiarezza che poniamo dei limiti al numero dei mandati elettivi».
Però in Liguria il dibattito che si è aperto è anche sul merito di come, a livello locale, vengono affrontate certe questioni e da chi.
«Non ne abbiamo fatto un ragionamento sugli uomini che guidano il partito ma su come certi problemi vengono affrontati o non affrontati. Siamo amici leali ma è logico che in un momento del genere, con queste incertezze, senza una linea guida nascano delle incomprensioni. Anzi, va dato merito a Il Giornale di avere stimolato questo dibattito».
Quali errori devono essere evitati per fare in modo che il Popolo della libertà nasca senza divisioni o mal di pancia?
«Il primo errore si sta già facendo. È quello di soffocare questo dibattito, portando avanti motivazioni del tipo: Abbiamo vinto, non vi lamentate.
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