Pietro Acquafredda
da Roma
Fosse per lui, Ennio Morricone sarebbe disposto a vendersi lanima per sapere che successo, notorietà, ricchezza gli derivano non dalla musica da film ma dallaltra sua musica, quella a cui tiene di più, vittima egli stesso del pregiudizio corrente che il musicista da film sia un musicista di seconda classe.
E, invece, chi dice Ennio Morricone dice musica da film, da una trentina danni almeno o forse più. Un tempo lo si diceva anche di Nino Rota e i due si conoscevano e si stimavano. Morricone come Rota è musicista di solida formazione, grande conoscenza tecnica e varietà d'espressione. Come ogni musicista autentico, rifugge dalle colonne sonore «finte» - elettroniche, per intenderci; lui vuole lorchestra e, se possibile, preferisce dirigerla egli stesso in sala dincisione.
A Rota lunisce, infine, il fatto che più volte candidato allOscar non gli riesce ancora di ottenerlo. A proposito di Oscar, perché Piovani, unico musicista italiano vivente ad aver ottenuto lOscar è totalmente assente da questa Festa del Cinema? Abbiamo fatto una sensazionale scoperta, nel corso del concerto di Morricone, aperto e chiuso con un brano de La battaglia di Algeri, in ricordo di Pontecorvo.
Ricordate la canzone Quanto tho amato di Cerami-Piovani, cantata a Sanremo da Benigni, che nel ritornello dice «Quanto tho amato e quanto tamo non lo sai»? Proprio la melodia del ritornello labbiamo riconosciuta fra i temi delle musiche per il nuovo film di Tornatore, La sconosciuta, fra breve nelle sale italiane, fatti ascoltare in anteprima da Morricone. Plagio? Morricone conosce i termini legali e giuridici della questione e le sanzioni comminate al plagio; e non può esserci cascato proprio lui, essendo stato chiamato più duna volta a dirimere casi di plagio, vero o presunto. E allora, sebbene la somiglianza sia evidente, deve trattarsi di curiosa, e pur semplice coincidenza, come quella che corre - tanto per fare un esempio illustre - fra il tema più celebre de La strada di Rota-Fellini e la notissima Serenata di Dvorak.
Tornando al concerto, appena in sala si sente la musica inconfondibile di Cera una volta in America, un brusio generale ci avverte che tutti lhanno riconosciuta e la citano con il nome del film, magari non più associato al suo autore; stessa cosa accade per la Leggenda del pianista sulloceano o Il clan dei siciliani. È il segno evidente che lautore di quelle musiche è allapice del successo.
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