Roma - È morta questa notte intorno alle 2 Chiara Lubich, fondatrice e presidente del movimento dei Focolari, all’età di 88 anni, al centro Mariapoli, a Rocca di Papa, vicino a Roma.
Il travaglio Lubich era stata ricoverata qualche giorno fa al Policlinico Gemelli per una grave insufficienza respiratoria e ieri aveva espresso il desiderio di tornare nella sede del movimento per poter morire accompagnata dalle sue compagne. Infatti per tutta la notte tantissimi aderenti al movimento e fedeli si sono recati a Rocca di Papa per poter salutare la Lubich.
Dialogo interreligioso Chiara Lubich è una delle figure più rappresentative del dialogo interreligioso e interculturale. Grande amica di Giovanni Paolo II e anche dell’attuale Papa, Benedetto XVI, ha avuto l’intuizione di fondare uno tra i movimenti più innovativi del mondo ecclesiastico, presente oggi in 87 nazioni con 780 comunità sparse in tutto il mondo: 140mila membri attivi e oltre 2 milioni di aderenti alla spiritualità del Movimento. Unità, pace e dialogo tra popoli e culture: questi i tre pilastri dei Focolari. Chiara Lubich (il suo nome di battesimo è Silvia) nasce a Trento, nel 1920, da una famiglia di tipografi. Suo padre perse il lavoro a causa delle sue idee socialiste e così tutta la famiglia visse anni di estrema povertà. Per mantenersi e pagarsi le spese universitarie (si iscrisse a filosofia a Venezia), sin da giovanissima, diede lezioni private e agli inizi degli anni ’40 insegnò nelle scuole elementari nella città natale. Durante la Seconda Guerra mondiale, Silvia scelse "Dio Amore" come proprio motto di vita. Condivise questa idea con un piccolo gruppo di compagne, che come lei si erano formate nell’Azione Cattolica.
La promessa a Dio Il 7 dicembre 1943, sola in una cappella, fece a Dio la promessa di donarsi a lui per sempre, e scelse di cambiare il suo nome in quello di Chiara, in onore della santa di Assisi. Questa data è considerata l’inizio del movimento dei Focolari. La sua casa fu distrutta dal violentissimo bombardamento che colpì duramente Trento il 13 maggio 1944. Al parlamento italiano, nel 1948, incontrò lo scrittore, giornalista e deputato democristiano Igino Giordani, da lei poi ribattezzato "Foco", ritenuto cofondatore del movimento per il suo contributo all’incarnazione nel sociale della spiritualità dell’unità. Dopo i tragici fatti della rivoluzione ungherese del 1956, raccolse l’appello di Papa Pio XII, che chiedeva che il nome di Dio ritornasse "nelle piazze, nelle case, nelle fabbriche, nelle scuole", facendo nascere i volontari di Dio, persone adulte impegnate nei più diversi campi con l’intenzione di riportare Dio nella società. Nel 1962, Papa Giovanni XXIII diede la prima approvazione al movimento; tuttavia gli statuti vennero approvati solo nel 1990 da Giovanni Paolo II. Nel 1964 Chiara Lubich fondò la cittadella di Loppiano nelle colline del Valdarno, presso Firenze, prima di una serie di cittadelle in vari paesi del mondo, dove l’obiettivo è vivere la spiritualità dell’unità a tempo pieno in tutti gli aspetti della vita. Nel 1966 diede vita al Movimento Gen (Generazione Nuova), rivolto ai giovani. Nel 1991 visitò il Brasile e, colpita dalla miseria delle favelas, lanciò l’Economia di Comunione, prospettando una nuova teoria e prassi economica basata anche su una diversa distribuzione degli utili (un terzo per lo sviluppo dell’azienda, un terzo ai poveri, un terzo alla formazione dei membri del movimento) e aggregando in breve tempo un migliaio di aziende. Dal 1997 al 1998 si dedicò ad aprire nuove prospettive per il dialogo interreligioso. Nel 1981 fu la prima donna cristiana ad esporre la propria testimonianza in un tempio a Tokyo di fronte a 10mila buddisti, e nel 1997 in Thailandia a monache e monaci buddisti. Qualche mese dopo, nella storica Moschea "Malcolm X" di Harlem a New York, parlò di fronte a 3mila musulmani afro-americani ed in Argentina alla comunità ebraica di Buenos Aires. Nel 2001 infine, va in India: si apre una nuova pagina nel dialogo del Movimento con il mondo indù. La pacifica rivoluzione evangelica che ha il via da Trento suscita l`interesse anche di persone senza una fede religiosa.
Dialogo con i laici Con il mondo laico si svilupperà un dialogo sulla base dei grandi valori umani come solidarietà, fraternità, giustizia, pace e unità tra singoli, gruppi e popoli. Un impegno quello di Chiara Lubich, che va oltre l’aspetto religioso, ma intacca anche quello civile e politico. Nel 1997 viene invitata a parlare dell’unità dei popoli ad un Simposio al Palazzo di Vetro dell’Onu. Un anno dopo interviene a Berna alla celebrazione per il 150esimo della Costituzione Svizzera. Sempre nel 1998, a Strasburgo, la Lubich presenta l’impegno sociale e politico del Movimento ad un gruppo di deputati del parlamento Europeo e l’anno successivo interviene alla Conferenza per il 50esimo del Consiglio d’Europa su "Società di mercato, democrazia, cittadinanza e solidarietà", presentando l’esperienza dell’Economia di Comunione. Il 2 novembre 2006, all’età di 86 anni, è stata ricoverata all’Ospedale Gemelli di Roma per un’infezione polmonare acuta. Il 7 novembre Benedetto XVI le ha inviato la sua benedizione, assicurandole la sua preghiera. Dopo un paio di mesi è tornata nella propria abitazione a Rocca di Papa. Tra i premi ricevuti, quello Templeton, a Londra, nel 1977 per lo sviluppo della religione; a Parigi, nel 1996, l’Unesco le conferì il Premio per l’Educazione alla Pace. Nel 1998 a Strasburgo ricevette dal Consiglio d’Europa il Premio Diritti Umani ’98. Ha ricevuto diverse lauree honoris causa e cittadinanze onorarie in Italia (tra le altre Roma, Milano, Torino, Palermo, Genova, Firenze, La Spezia, Rimini, Bra, Santa Maria Capua Vetere, Pompei, Incisa in Val d’Arno, Osimo, Rovigo, Rocca di Papa) ed all’estero.
L'ultima intervista «Erano i tempi di guerra tutto crollava: case, scuole, persone care, anche i nostri sogni per l’avvenire. È
stato sullo sfondo di quella devastazione che è nato il nostro ideale di unità». Chiara Lubich ricorda così
l’inizio della straordinaria avventura dei Focolari nell’intervista rilasciata poco prima di morire a «Don Orione
oggi, mensile dell’Opera Don Orione».
Il nostro carisma, spiega, «è l’unità. Nel tempo della Seconda
Guerra Mondiale, la più lacerante delle divisioni, intuiamo che sta per nascere qualcosa di universale che
avrebbe raggiunto i confini del mondo e illuminato politica ed economia, scienza e arte».
«Proprio nel clima di odio e violenza del secondo conflitto mondiale - prosegue la fondatrice dei
Focolarini - che si è accesa la scintilla ispiratrice: l’incontro con Dio Amore». «La spiritualità dell’unità, che
con gli anni si rivela sempre più universale - afferma ancora Chiara Lubich - è condivisa in vario modo non
solo da cattolici e cristiani di altre Chiese, ma anche da seguaci di altre religioni e da persone senza una
fede religiosa, coinvolte nell’unico obiettivo di contribuire a creare ovunque spazi di fraternità, per
ricomporre in unità la famiglia umana».
Bagnasco: il cordoglio della Chiesa «Il più sentito cordoglio per la scomparsa della dottoressa Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari» è stato espresso a nome dell’intera Chiesa Italiana dal presidente, cardinale Angelo Bagnasco, e dal segretario della Cei, monsignor Giuseppe Betori, in un messaggio che sottolinea come la Lubich abbia promosso «una esperienza di comunione che arricchisce con la sua presenza la vita della Chiesa in Italia e nel mondo». «Ricordiamo con particolare riconoscenza - scrivono Bagnasco e Betori - la forza della sua testimonianza, che ha proposto un cammino di fede fondato sul principio di unità, sorgente nella Chiesa e nel mondo di itinerari di vita nel segno della pienezza e della gioia. Grati al Signore per quanto ci ha donato attraverso la persona e l’opera di Chiara Lubich, affidiamo al ricordo e alla preghiera delle comunità cristiane il suo incontro con il Padre celeste».
Il cordoglio di Napolitano Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha inviato al Movimento dei Focolari per esprimere il proprio cordoglio. "Si spegne, con Chiara Lubich, una delle figure più rappresentative del dialogo interreligioso e interculturale, una voce rigorosa e limpida nel dibattito contemporaneo - si legge - nel corso di una vita spesa al servizio degli altri, Chiara Lubich, con la sua fede, la sua intelligenza e la sua passione, ha saputo fondare un movimento, tra i più estesi nel mondo, in grado di confrontarsi, con spirito aperto, con il mondo laico sulla base della supremazia degli ideali umani della solidarietà, della giustizia e della pace fra popoli e nazioni. Memore di questo infaticabile impegno invio ai familiari e a tutto il movimento dei focolari i sentimenti del mio commosso cordoglio".
Benedetto XVI: "Una vita spesa nella fratellanza" Chiara Lubich ha vissuto "per la comunione nella Chiesa, il dialogo ecumenico e la fratellanza tra i popoli". Nel telegramma di cordoglio ai focolarini il papa Benedetto XVI invita anche loro a seguire ’le orme e mantenerne vivo il carismà nell'"ardore missionario" della loro fondatrice. Il Pontefice ricorda che quella di Chiara Lubich è stata "una lunga e feconda vita segnata instancabilmente dal suo amore per Gesù abbandonato" ed esprime la "profonda emozione" suscitata in lui dalla notizia della morte della fondatrice. "In quest’ora di doloroso distacco", il Santo Padre assicura la sua spirituale vicinanza "con affetto", ai familiari e all’intero Movimento dei Focolari come pure "a quanti hanno apprezzato il suo impegno costante per la comunione nella Chiesa, per il dialogo ecumenico e la fratellanza fra tutti i popoli". Papa Ratzinger ringrazia il Signore "per la testimonianza della sua esistenza spesa nell’ascolto dei bisogni dell’uomo contemporaneo in piena fedeltà alla Chiesa e al Papa". Esprime poi l’auspicio che "quanti l’hanno conosciuta e incontrata, ammirando le meraviglie che Dio ha compiuto attraverso il suo ardore missionario, ne seguano le orme mantenendone vivo il carisma".
Le ultime ore di Chiara alla Mariapoli Chiara Lubich "ha salutato ad una ad una le compagne che l’hanno accompagnata nella sua avventura fin dai tempi di Trento. Poi via via, lungo la notte, centinaia di persone sono giunte a casa sua, nella sua stanza, per dirle anche solo grazie". Michel Vandeleene, biografo della Lubich racconta al Sir le ultime ore della fondatrice dei Focolari. «Quando era ricoverata in ospedale, al Gemelli di Roma, aveva potuto fare ancora tanta corrispondenza e prendere decisioni importanti per il Movimento. Aveva anche ricevuto una lettera del Santo Padre che rileggeva spesso e le dava conforto», rivela lo scrittore. «Alcuni giorni fa aveva espresso ripetutamente il desiderio di tornare a casa e l’altro ieri notte era stata portata a casa sua perchè la sua fine sembrava ormai imminente». «Ieri mattina dopo aver sentito la santa messa e ricevuto l’eucaristia ha voluto vedere una ad una le sue prime compagne, i suoi primi compagni e altri focolarini, suoi stretti collaboratori. Era cosciente e ha potuto sentirli, incontrarli». Poi la sua salute in serata si è aggravata, «e lì - prosegue Vandeleene - è successo una cosa meravigliosa e commuovente: al seguito delle prime compagne centinaia di persone sono giunte a casa sua e tutte sono potute entrare una ad una nella sua stanza per ore, per vederla, dirle magari ancora una sola parola: grazie, darle un bacio sulla mano».
«Cosa sarà dell’Opera adesso che Chiara non c’è più? Questa domanda - conclude - è stata rivolta a Chiara stessa tante volte anche perchè in questi anni guardavamo con un pò di timore il giorno in cui lei sarebbe venuta a mancare. E Chiara ci ha sempre risposto di non temere perchè se noi ci amiamo gli uni e gli alti come Gesù ci ha amato, lui stesso sarebbe stato presente sempre in mezzo a noi e lui avrebbe portato avanti l’Opera».
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