Morta la donna bruciata viva dal compagno. Lui: «Se lo meritava»

MilanoÈ morta ieri mattina dopo 15 giorni di sofferenze atroci e il suo compagno, che era già finito in manette, ora è accusato di omicidio volontario e premeditato. Una storia terribile quella di Leda Corbelli, una pensionata di 64 anni che viveva con il compagno 57enne a Novate Milanese. La poveretta aveva tentato in ogni modo ma inutilmente di curare lui, Raffaele Fratantonio, un’accusa per tentato omicidio alle spalle e in cura per grossi disturbi psichici. L’uomo non solo non lavorava e viveva solo grazie alla pensione della donna, ma quando lei cercava di somministrargli i farmaci indicati dalla terapia prescrittagli dai medici, lui si rifiutava, accusandola di non curarlo ma di voler limitare la sua capacità psichica per poterlo controllare meglio.
La tragedia risale al 17 dicembre scorso. Quando, durante una lite furibonda scoppiata nel loro appartamento, Fratantonio prende una tanica di benzina che si era portato in casa, la versa addosso a Leda e le dà fuoco.

Quando la donna, ormai una torcia umana, cerca aiuto nel cortile dello stabile e i vicini tentano di darle una mano a spegnere le fiamme, l’uomo li incita ad abbandonarla al suo destino. «Lasciatela bruciare - dice loro -, è quel che si merita».
L’uomo viene arrestato dai carabinieri, la donna viene ricoverata in fin di vita all’ospedale Niguarda di Milano. La sua agonia è finita ieri alle 7.

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