Morta Isabelle, la modella choc simbolo della lotta all’anoressia

«Un piccolo fiocco di neve invisibile che si batte in piena canicola per vivere, malgrado anni di sofferenza, e gridare al mondo intero che l’anoressia è un inferno e che bisogna scapparne finchè si è in tempo»: si presentava così la modella e attrice Isabelle Caro, nel suo blog http://neigeisabelle.blog.mongenie.com, il cui ultimo aggiornamento risale allo scorso 29 settembre.
Isabelle, malata di anoressia fin da quando aveva 13 anni, come ha raccontato nella sua autobiografia «La ragazza che non voleva crescere», edita anche in Italia da Cairo, è morta lo scorso mese a Tokyo. Ma la sua famiglia ha voluto mantenere il riserbo, tanto che si è avuta notizia della sua scomparsa solo ieri, anche se il tam tam sui siti internet contro l’anoressia era partito già martedì, quando è stato diffuso un video in omaggio a Isabelle firmato da un musicista francese, Vincent Bigler.
Per alcuni siti la morte della ventottenne sarebbe dovuta a una polmonite, quasi sicuramente è una conseguenza della malattia con cui lottava da 15 anni. Una battaglia che nel 2007 l’ha spinta a posare per una campagna choc contro l’anoressia, scattata da Oliviero Toscani per il marchio Nolita e poi vietata per la sua crudezza dal Giurì della Pubblicità. Isabelle, che all’epoca pesava 31 chili per un 1,64 d’altezza, era completamente nuda, in tutta la sua malata fragilità.
«Non sapevo che fosse morta. Purtroppo non ho un bel ricordo di Isabelle - commenta amaro Toscani -, era una ragazza molto malata, prima nella testa che nel corpo, perchè aveva una mente da anoressica, come tutte le persone che soffrono di questo disturbo lei era anoressica nel cervello». Alla campagna era seguita la presentazione di un libro fotografico con Monica Bellucci: «Quella è stata l’ultima volta in cui l’ho vista, poi - ha concluso Toscani - non ho più avuto contatti».
Isabelle, però, sembrava prendere molto sul serio la sua lotta contro la malattia: dalle colonne del suo blog sosteneva nella ribellione contro questo grave disturbo alimentare le ragazze più giovani che si trovavano nella sua stessa condizione, annunciava le date delle presentazioni del suo libro, pubblicava link di nutrizionisti, dava consigli alimentari, criticava il mondo della moda che continua ad arruolare modelle al limite dell’anoressia. Ma soprattutto aggiornava le sue lettrici dei suoi progressi, del come il ricominciare a mangiare la stesse pian piano restituendo alla vita, della scelta di prendere qualche chilo per poter frequentare quel corso di teatro cui teneva tanto.

Un modo di aiutare gli altri che era in primo luogo uno strumento per salvare se stessa perchè - come scriveva in un post del 2008 - «se sto meglio è grazie a voi, perchè vi voglio dimostrare che è sempre possibile uscirne, anche dopo aver vissuto il peggio».

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