Katiangela Neri
«Parcheggiata» per circa 14 ore in una saletta del Pronto soccorso, in attesa di un esame: una radiografia che poteva, forse, salvarle la vita. Lei, Anna S., 48 anni, una senza fissa dimora di origine polacca con problemi di alcolismo, era sdraiata per terra, ai piedi della lettiga diventata il suo giaciglio, quando un portantino dellospedale SantEugenio si accorse che non dava più segni di vita. Erano le 13 dell11 aprile: e della fine di una clochard come tante altre, subito catalogata come «morte per cause naturali», si perse qualsiasi notizia.
Fino allaltro giorno, quando il medico necroscopo dellobitorio del Verano, dove la salma nel frattempo era stata trasferita, ha accertato che Anna S. in realtà aveva la milza rotta. E che quindi non sarebbe deceduta per un infarto, ma a causa di una grave emorragia (non si sa se dovuta alla caduta dalla barella o ad altro) che lavrebbe stroncata nel giro di alcune ore, e che in ospedale nessuno era stato in grado di diagnosticare.
Adesso la Procura di Roma, subito messa al corrente della faccenda dallIstituto di medicina legale dellUniversità La Sapienza, ha aperto uninchiesta affidando a un proprio consulente, il dottor Luigi Cipolloni, lincarico di svolgere (stamattina) lautopsia vera e propria sulla salma mentre nelle prossime ore gli investigatori del Nucleo di polizia giudiziaria di piazzale Clodio dovrebbero procedere allidentificazione di coloro che al SantEugenio ebbero in cura Anna S. e allacquisizione delle cartelle di Pronto soccorso. Compresa quella di un altro nosocomio, il San Camillo, dove Anna S. si era recata la sera del 9 aprile.
Al San Camillo, dove i sanitari - effettuate le analisi del sangue - diagnosticarono una «sindrome da astinenza alcoolica», limmigrata rimase fino alle 6.50 del mattino seguente quando fu dimessa. La sera stessa, intorno alle 22.50, un passante avvisò il 118 della presenza di una persona «apparentemente priva di conoscenza», per strada in piazzale dellUmanesimo proprio davanti al SantEugenio.
Lambulanza soccorse Anna S. (che in tasca aveva ancora il precedente referto del San Camillo) e che al Pronto soccorso entrò in «codice verde» e con diagnosi di «malessere, e riferita sonnolenza». Dal SantEugenio fanno sapere che «la paziente, dopo essere stata sottoposta a visita, era stata ricoverata in una saletta dellOsservazione e che non avrebbe dato avvisaglie di malesseri gravi, prima di quello delle 12.
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