FoggiaIl dolore si mescola alla rabbia e alle polemiche. E adesso dagli ambienti sanitari pugliesi respingono le accuse. «Dai primi accertamenti si può ipotizzare, con ragionevole certezza, che i casi in esame sono assolutamente indipendenti sia per condizioni cliniche che per contesto assistenziale»: è quanto sostiene in una nota la direzione generale degli Ospedali riuniti di Foggia dove nel giro di una settimana sono morti due neonati, Giorgia e Samuele Pio, deceduti il 18 e 24 dicembre, pochi giorni dopo la nascita con parto cesareo.
Sulla tragedia ha avviato accertamenti la procura, che ha iscritto nel registro degli indagati trenta persone tra medici, infermieri e altro personale di cinque reparti. Ma uninchiesta interna è stata aperta anche dallospedale. Nel caso della neonata Giorgia M., la morte - spiega la direzione generale - è stata determinata «da ipertensione polmonare primitiva neonatale irreversibile che esclude, dato il brevissimo intervallo tra il parto e la morte (due giorni) eventuali infezioni dopo la nascita». Sempre la direzione dellospedale ha esaminato laltro tragico caso. «Il neonato Samuele V., prematuro, con ritardo di crescita intrauterina, è deceduto - viene sostenuto nella nota - a seguito di perforazione isolata intestinale di origine vascolare, escludendo pertanto, qualsiasi genesi di infezione acquisita». «Peraltro - si prosegue - la contemporaneità della presenza dei due neonati ha avuto la durata di sole quattro ore in due distinti incubatrici isolate tra di loro».
Dopo le tragedie è affiorato il sospetto che i piccoli possano aver contratto uninfezione ed essere deceduti per setticemia. Ma la direzione generale dellospedale spiega che «nello stesso periodo erano ricoverati, nel medesimo ambiente, neonati altamente immaturi con peso inferiore a 750 grammi che non hanno contratto alcuna patologia di carattere contagioso e che sono attualmente in buone condizioni di salute». Linchiesta interna non è conclusa.
In ogni caso la direzione della struttura foggiana tiene a precisare di essere «in fiduciosa attesa delle risultanze dellindagine della magistratura».
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