Stefano, il bimbo di nove anni falciato sulle strisce da un pirata ad Arese, non ce lha fatta. È morto poco dopo mezzanotte nel reparto di terapia intensiva del Policlinico. Distrutti dal dolore i suoi genitori hanno acconsentito alla donazione degli organi. La notizia del decesso diffusasi ieri mattina, ha sconvolto la cittadina di Arese dove, dopo lincidente, tutti speravano in un miracolo, anche se le condizioni del piccolo erano apparse subito disperate. Arrestato subito dopo aver investito il bambino che stava tornando a scuola con i suoi compagni e le maestre, il pirata fuggito, P.F., un pregiudicato di 39 anni, è stato arrestato e processato. Il giudice gli ha sospeso la patente per tre anni e lo ha condannato a sei mesi di arresti domiciliari, ora luomo dovrà rispondere anche di omicidio colposo. Martedì Stefano era stato con i compagni del centro estivo in piscina al Ccsa di viale Resegone, stavano tornando alla loro scuola, la «Pascoli», attraversando la strada sulle strisce e col semaforo verde. P.F. ha sorpassato le auto ferme ed è piombato sul gruppo di scolari, falciandolo.
Il bambino ha battuto la testa dopo un volo di quindici metri. «Poteva essere una strage hanno spiegato i vigili urbani intervenuti -; per fortuna le maestre hanno fatto in tempo a sottrarre altri ragazzi allimpatto con lauto pirata».\