Un morto e un ferito grave: riscoppia la guerra tra Latinos

Un equadoregno di 18 anni accoltellato a morte davanti alla discoteca Matisse, un peruviano di 24 anni grave per una pugnalata rimediata mentre entrava alla Exait. Il tutto nel giro di appena un’ora. E 3 su 4, tra vittime e aggressori, appartengono sicuramente a gang latinoamericane. Troppe coincidenze per non sospettare che dopo un anno di relativa tregua stia per ricominciare la guerra.
Questa comunque la stretta cronaca. Domenica, ore 21.30, interno della discoteca Matisse di viale Brenta, traversa di corso Lodi, frequentata esclusivamente da giovani sudamericani. Due giovanissimi iniziano a litigare e subito il locale si trasforma in una bolgia. La sicurezza riesce a spingere fuori i contendenti. Mezzo locale si rovescia in strada a seguirli. Dalle parole si passa ai fatti. Spunta un coltello. Jacome Redroban Santiago, nato il 3 gennaio 1989 in Ecuador, ma da anni residente regolarmente a Rozzano in via Torino 105, rimane a terra agonizzante e morirà per le numerose ferite riportate, una decina almeno. I carabinieri risalgono alla causa scatenante della lite, la solita donna contesa. Ma accertano anche che vittima e killer appartengono a bande rivali. I militari dovrebbero avere buoni elementi per identificare al più presto l’assassino di cui si aspetta l’arresto da un momento all’altro.
Un’ora dopo, all’ingresso dell’Exait, piazza Erba, non lontano da piazza Piola. Un peruviano di 24 anni, Alahermes T. di Monza è insieme con una connazionale diciannovenne e una marocchina diciottenne, tutti regolari. Arrivano tre sudamericani. La vittima saluta e rimedia subito un paio di coltellate da uno del gruppo, che poi si dà alla fuga. La vittima è ora ricoverato in prognosi riservata al Policlinico, anche se non dovrebbe correre pericolo di vita. Tutte le deposizione concordano nell’indicare l’aggressore (la cui cattura dovrebbero essere solo questione di tempo) come un appartenente ai Latin Kings.
Latin Kings è la banda più agguerrita tra quelle create dai giovani sudamericani. Sempre pronti a menare le mani, e i coltelli, quando incontrano i Commando, i Chicago, i Forever, i New York, i Soldatos Latinos. Impreciso il numero degli adepti, sicuramente svariate centinaia, visto che solo il gruppo dei Latin viene valutato intorno alle 200 unità. Hanno segni particolari di identificazione, tatuaggi, monili e gestualità: i Latin alzano pollice, indice e mignolo, i Commando medio, anulare e mignolo. «Marcano» il territorio con graffiti e soprattutto lo difendo strenuamente. Molti si barcamenano tra traffico di droga, furti e rapine versando il ricavato alla banda.
Dopo una serie di brutali agguati, l’anno scorso la squadra mobile inferse un duro colpo arrestando una trentina di ragazzi. Per un periodo tutto sembrò filare liscio.

Anzi si discusse a lungo di una pace, sempre ventilata, mai del tutto realizzata. Nel frattempo molti degli arrestati sono usciti, l’attenzione dell’opinione pubblica si è un po’ abbassata e gli scontri sono puntualmente ricominciati.

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