Morto per il fumo La Cassazione: sì al risarcimento

La Cassazione ha confermato il primo risarcimento danni da fumo, nella causa pilota promossa dai familiari di Mario Stalteri, morto nel 1991. L’uomo morì di cancro al polmone dopo aver fumato un pacchetto di sigarette al giorno per tutta la vita. Il 9 marzo 2005, la Corte di Appello di Roma aveva liquidato agli eredi 200 mila euro- La condanna fu emessa nei confronti di un produttore di tabacco, la «British american tobacco», subentrata all’Ente tabacchi italiano. Ora la Suprema Corte ritiene che la cifra potrebbe essere aumentata - su questo deciderà un’altra sezione della Corte di Appello - se venisse riconosciuto ai congiunti di Stalteri il «danno esistenziale» (ossia il «pregiudizio alla quotidianità della vita familiare quale si era precedentemente instaurata») oltre a quello, già liquidato, per le «sofferenze morali» per la «scomparsa nella loro vita di una presenza familiare importante». La «British american tobacco» aveva rinunciato a quattro dei sei motivi di ricorso presentati in quanto «l’interesse ad una pronuncia della Suprema Corte è venuto meno perché i principi affermati dalla sentenza Stalteri sono stati superati da successive sentenze che hanno escluso la responsabilità della società produttrice, respingendo le richiesta risarcitorie dei fumatori».

Il legale di Roberto Poli chiarisce però che «la Cassazione,non si è pronunciata sulla responsabilità del produttore di tabacco e, rigettando parzialmente le ulteriori richieste di danni proposte dagli eredi Stalteri, ha rinviato la causa alla Corte d’Appello di Roma per la sola valutazione di aspetti relativi alla liquidazione del danno» «La questione della responsabilità del produttore - aggiunge l’avvocato - è attualmente risolta dalla più recente giurisprudenza nel senso di escludere una tale responsabilità e di respingere le richieste di risarcimento proposte dai fumatori».

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