Roma - Pittore, scultore, erede di una dinastia di artisti, Pietro Cascella, è morto a Pietrasanta e il mondo dell'arte è in lutto. Ad annunciare la sua scomparsa è stato con parole accorate dal neo-ministro dei Beni-attività culturali Sandro Bondi, che era suo amico e era stato suo collaboratore. "Con la scomparsa di Pietro Cascella, straordinario uomo e artista, mi viene a mancare una guida paterna e un punto di riferimento insostituibile - ha detto Bondi - La sua grande umanità e la sua arte hanno segnato la mia vita. L'unico rammarico è che nel mio impegno ministeriale non mi possa essere vicino con i suoi consigli e le sue idee".
Cascella si è distinto per la monumentalità delle sue opere, spesso improntate a una profonda sensibilità civile: dal Monumento ad Auschwitz all'Arco della Pace di Tel Aviv, dall'Omaggio all'Europa di Strasburgo a quello alla Resistenza Bella Ciao a Massa.
Nato a Pescara il 2 febbraio 1921, Cascella si avvicina alla pittura fin da giovanissimo seguendo il padre Tommaso e il fratello Andrea. Per approfondire le sue conoscenze, nel 1938 si trasferisce a Roma, dove si iscrive all'Accademia di Belle Arti per seguire i corsi di Ferruccio Ferrazzi. Poco più che ventenne partecipa, nel 1943, alla Quadriennale di Roma e nel 1948 è invitato alla prima Biennale di Venezia del periodo post-bellico. Sono gli anni in cui, insieme ad Andrea, lavora in una fornace per la ceramica e con questo materiale realizza le prime opere di grande formato. Ancora alla Biennale nel '56, Pietro va progressivamente maturando il suo distacco dalla pittura per trovare nell'espressione plastica la cifra della sua arte.
Nel 1958 concepisce insieme al fratello e all'architetto Julio Lafuente il progetto per il monumento di Auschwitz, che sarà realizzato nove anni dopo su un nuovo disegno interamente ideato da Pietro (e con il progetto dell'architetto Giorgio Simoncini). Intanto l'incontro a Roma con l'artista cileno Sebastian Matta lo porta a elaborare quadri-scultura dalle tematiche surreali, che comunque gli consentono di approfondire la sua ricerca orientata verso la pietra e il marmo. Le sue sculture si presentano infatti solitamente composte da masse pietrificate levigate, aspre o corrose con accenni di base cubista ed elementi di purismo geometrico.
Il carattere monumentale, presente anche nelle sculture di piccole dimensioni, traduce il senso di potenza ed energia, che si richiama alla grande tradizione arcaica dell'arte, sulla quale si innesta una fantasia tutta moderna. L'uso della pietra, che Cascella definisce "l'ossatura della terra", rappresenta il recupero dell'antica naturalità e integrità dell'uomo, sintesi plastica di volumi articolati, che, richiamando forme archetipe, collocando l'artista in una linea ideale della scultura europea da Brancusi a Lipchitz. Protagonista di molte personali in Italia e all'estero, Cascella realizza negli anni '70 opere di grande importanza, come l'Arco della Pace di Tel Aviv, , l'Omaggio all'Europa a Strasburgo, il Monumento a Giuseppe Mazzini a Strasburgo, Bella Ciao a Massa.
Tra le sculture monumentali degli anni '80 vi sono invece Cento Anni di lavoro allo stabilimento Barilla a Parma, la Nave per la citta' di Pescara e la piazza di Milano Tre. Nel decennio successivo realizza grandi opere come l'Agorà all'Università di Chieti, il Monumento della Via Emilia a Parma, la Porta della Sapienza a Pisa, l'Ara del Sole a Ingurtosu in Sardegna, il Teatro della Germinazione nel Parco Nazionale d'Abruzzo e la Volta Celeste ad Arcore (Milano), il mausoleo commissionato all'artista da Silvio Berlusconi nella propria villa. Il Presidente del Consiglio, nel ricordalo oggi, lo ha definito "uno dei più grandi interpreti della scultura contemporanea" e ha salutato "lo straordinario amico che ricorderò sempre attraverso la testimonianza delle sue opere".
Rappresenta idealmente la volta celeste il mausoleo che Silvio Berlusconi si è fatto costruire da Pietro Cascella ad Arcore, nel parco di Villa San Martino. Una scultura astratta all'esterno, di marmo bianco delle Alpi Apuane, fa da cornice alla scala in travertino che porta all'interno della struttura con un vestibolo e una porta scorrevole in pietra da cui si accede al corridoio che porta alle tombe, al centro il sarcofago bianco realizzato per Berlusconi, intorno sulle pareti un fregio che rappresenta delle catene, simbolo della famiglia, perché gli anelli sono legati uno all'altro. Ancora nessuno riposa in questo mausoleo perché la legge non lo permette e dunque lo scorso febbraio i funerali della mamma del premier, Rosa Berlusconi, si sono svolti ad Arcore ma poi la salma è stata sepolta al cimitero monumentale di Milano vicino al marito Luigi. Proprio la morte del padre nel 1989 ha dato al fondatore di Forza Italia, quando ancora non era entrato in politica, l'idea del mausoleo del quale parlò subito con Pietro Cascella, suo amico e soprattutto artista di fama mondiale.
"Mi disse: 'non farmi una cosa mortuaria con le falci, i teschi' - ha raccontato tempo fa lo stesso Cascella in un'intervista - e allora ho pensato all'alto, al cielo e ho fatto questa cosa che si chiama volta celeste".
I lavori sono terminati nel 1993, ma nel frattempo Cascella aveva presentato a Berlusconi un suo amico, il sindaco comunista di Fivizzano, tale Sandro Bondi poi diventato coordinatore di Forza Italia e attuale ministro dei Beni culturali, che ha definito il mausoleo "una delle più grandi opere monumentali degli ultimi decenni".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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