
"Il ruolo economico della Pubblica amministrazione nel mercato delle libere professioni resta marginale, ma con differenze significative tra categorie, territori e genere. In media affermano Ludovica Zichichi e Camilla Lombardi, ricercatrici dell'Osservatorio delle Libere Professioni -, solo l'8,6% del fatturato dei professionisti italiani proviene dal settore pubblico, una quota che evidenzia l'autonomia del comparto ma anche la forte eterogeneità interna".
I consulenti del lavoro e le professioni economico-finanziarie mostrano valori prossimi allo zero, confermando la loro scarsa dipendenza dalla committenza pubblica. Diverso lo scenario per ingegneri, archeologi e altre figure tecnico-specialistiche, dove la distribuzione è più ampia e una parte consistente del reddito deriva da collaborazioni con la PA. Più variabili anche le professioni sanitarie, dove la media resta bassa ma con punte elevate tra i medici convenzionati con il Servizio sanitario nazionale, il cui reddito dipende quasi interamente dai compensi pubblici.
Le differenze di genere risultano evidenti. Tra gli ingegneri, il 70% degli uomini e il 43% delle donne fatturano alla PA; nelle professioni culturali e tra architetti e geometri, la tendenza si inverte: le donne registrano percentuali e quote di fatturato più alte dei colleghi. Analoga la situazione tra avvocate e notaie, che lavorano con la PA nel 41% dei casi, contro il 17% degli uomini.
Significative anche le differenze anagrafiche. La collaborazione con la PA è più diffusa tra i giovani e tra gli over 65, mentre si riduce nelle fasce centrali. Tra i professionisti under 44 anni, infatti, il 38,4% lavora con la PA, percentuale che scende al 30% tra i 45-54 anni e si attesta intorno al 24% per le classi più anziane. Anche la quota di fatturato riflette questa dinamica: risulta più alta tra i giovani, al 12,1%, e più bassa tra i 55-64 anni, al 6,4 percento
Tra gli ingegneri, la quota di chi collabora con il settore pubblico cresce nelle fasce più giovani e in quelle più anziane, mentre avvocati e notai mostrano un rapporto decrescente con l'aumentare dell'età.
Sul piano territoriale - sottolineano Zichichi e Lombardi -, il Mezzogiorno evidenzia una maggiore dipendenza economica dalla PA: ingegneri e professioni sanitarie raggiungono rispettivamente il 32,5% e il 32,7% del
fatturato pubblico, contro valori significativamente inferiori nel resto del Paese. Nel Centro, più marcata la presenza della committenza pubblica per archeologi e professioni culturali, con incidenze oltre il 30 percento.BruMar