Mosca cambia idea: ultimatum all’Iran e sanzioni economiche

Che una svolta sul nucleare iraniano fosse imminente, lo si era capito al vertice del G8 di San Pietroburgo, soprattutto all’indomani dell’incontro bilaterale tra Bush e Putin. Ora Mosca esce allo scoperto e annuncia di essere pronta a sostenere un ultimatum e, in seconda battuta, sanzioni economiche contro Teheran. Il tutto, ovviamente, sotto l’egida dell’Onu.
Una pessima notizia per il regime degli ayatollah, che proprio nel Cremlino aveva trovato, fino ad oggi, una sponda per arginare le pressioni dell’Occidente. Ma il presidente Ahmadinejad non ha mantenuto la parola data a Putin durante il vertice di Shanghai del giugno scorso, quando gli promise che avrebbe risposto positivamente alle nuove proposte russe. Ma poi, proprio alla vigilia del G8, il capo di Stato iraniano si è ricreduto: il presidente russo se l’è legata al dito ed è passato al fianco degli occidentali. Ad annunciarlo pubblicamente, in una serie di interviste ai media moscoviti, è il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov: «Se la situazione non cambia diremo sì a una Risoluzione con un ultimatum sui tempi di risposta di Teheran» e se questo non basterà «discuteremo misure supplementari, comprese quelle di natura economica». Sanzioni, dunque.
Ma per ora Ahmadinejad non sembra disposto a cambiare rotta. Ieri ha scritto una lettera al cancelliere tedesco Merkel, che però, pare non contenga novità significative.

Altre fonti di Teheran assicurano che il 22 agosto il governo darà una risposta formale al cosiddetto gruppo «5+1», composto dai Paesi membri del Consiglio di sicurezza dell’Onu più la Germania, ma in passato annunci analoghi sono stati sistematicamente disattesi. Teheran prosegue i programmi per l’arricchimento dell’uranio e intima al Palazzo di Vetro di «non cercare il confronto».

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