Gian Battista Bozzo
nostro inviato a San Pietroburgo
Una vigilia di insuccesso, sul fronte dell'economia, per il vertice degli otto Grandi a San Pietroburgo. La Russia e gli Stati Uniti non hanno raggiunto l'accordo per consentire a Mosca di entrare a far parte del Wto, l'Organizzazione mondiale del commercio. Tre giorni di negoziati ininterrotti non sono bastati a dare il via libera a un'intesa che appariva possibile. «C'è ancora molto lavoro da fare - ha commentato George Bush subito dopo aver incontrato Vladimir Putin - ma resta l'intenzione di giungere ad un accordo». Da parte sua, il presidente russo ha dovuto fare buon viso a cattivo gioco: «È un processo complicato - ha ammesso -, continueremo a negoziare, pur tenendo presenti i nostri interessi». Stati Uniti e Russia si sono concessi altri tre mesi di trattative per arrivare all'intesa.
I negoziatori, il rappresentante Usa per il commercio Susan Schwab e il ministro russo dell'Economia German Gref, hanno provato fino all'ultimo a raggiungere un compromesso, ma la trattativa si è arenata su due aree principali: i servizi bancari, finanziari ed assicurativi; i diritti d'autore sui video e sulla musica, in generale sulla proprietà intellettuale. Al Congresso americano c'è molta irritazione per la «pirateria rampante» dei russi che ha colpito l'industria dell'intrattenimento negli Usa, tanto che un gruppo di senatori democratici ha condotto una dura battaglia di lobbying contro l'intesa per l'ingresso di Mosca nel Wto, anche attraverso una lettera aperta. Sul fronte finanziario, bisogna ricordare che Mosca ha eliminato le restrizioni sui movimenti di capitale solo dal 1° luglio scorso. Ora gli stranieri hanno la possibilità di aprire depositi in rubli e negoziare in valuta; ma probabilmente è ancora presto per verificare se l'apertura ai flussi di capitali internazionali sia funzionante. Infine, ci sono ancora restrizioni di tipo sanitario sulle importazioni di carne di maiale congelata statunitense, che devono essere eliminate. Importanti progressi nei negoziati, invece, sia sul fronte delle tariffe sui prodotti industriali, sia sul fronte dei servizi, sia nell'agricoltura.
Se l'intesa venisse raggiunta all'inizio dell'autunno, ha detto Gref, Mosca potrebbe fare il suo ingresso al Wto entro il marzo 2007. La Russia è la più importante economia ancora non ammessa alla World Trade Organization, che raggruppa 149 membri. «Molti investitori vedono ancora la Russia come un Paese che gioca un ruolo solo nel mercato dell'energia; l'adesione al Wto significherebbe accrescere notevolmente questo ruolo», spiegano gli esperti. Dopo l'adesione al Gruppo degli Otto, che ha dato a Mosca una grande visibilità politica, l'ingresso nel Wto significherebbe una importante promozione della Russia come economia di libero mercato. Inoltre, l'impasse nel negoziato fra Washington e Mosca impedisce, di fatto, la conclusione del Doha Round. Nelle prossime ore a San Pietroburgo arriverà il direttore generale del Wto Pascal Lamy per tentare di rilanciare la trattativa.
La delusione per il mancato accordo sul commercio potrebbe complicare il negoziato sull'energia, che entra nel vivo oggi nella prima sessione di lavoro del G8. La sicurezza degli approvvigionamenti energetici è uno dei tre argomenti ufficiali del vertice, e sarà discusso stamattina dai leader, con una introduzione di Vladimir Putin. Su questo tema ci sarà una dichiarazione ufficiale, frutto di compromesso fra sette Paesi importatori netti di energia e l'unico esportatore, la Russia. Coi prezzi del petrolio sugli 80 dollari al barile e quelli del gas ai massimi, è però interesse di tutti trovare un accordo sulle forniture. L'Italia è particolarmente esposta a eventuali cali di flussi energetici, come è accaduto lo scorso inverno con il gas russo. Secondo un'indagine dell'authority per l'energia, siamo terz'ultimi in Europa, dopo Cipro e Malta, nella classifica del rischio blackout.
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