da Vienna
A una settimana dalla scadenza fissata dal Consiglio di sicurezza dellOnu, latteggiamento russo sul programma nucleare iraniano appare sempre improntato ad evitare un inasprimento della situazione, e su questo fa leva Teheran, che può permettersi di irridere agli Stati Uniti, «che non trovano nessuno disposto a condividere la loro politica aggressiva».
Durante una conferenza stampa a Minsk, dove partecipava a una sessione congiunta dei ministeri russo e bielorusso, il ministro della Difesa russo Serghei Ivanov ha affermato che una escalation della tensione sulla questione nucleare di Teheran «potrebbe avere un impatto negativo sulla sicurezza russa». «È per questo che Mosca appoggia una soluzione politica e diplomatica del problema nucleare iraniano», ha detto Ivanov, sottolineando che «ogni guerra rischia di sfuggire di mano».
Sulla questione iraniana è tornato anche il viceministro degli Esteri russo Serghei Kisliak, che ha ribadito come «solo lAgenzia internazionale per lenergia atomica ha competenza nella soluzione del problema». Kisliak ha sostenuto che lIran «deve riconquistarsi la fiducia della comunità internazionale sul suo programma atomico, per assicurare una strada senza rischi e senza scosse nello sviluppo dellenergia nucleare mondiale», e che la Russia «è pronta a dare il suo contributo» in questo senso.
Il viceministro ha rilanciato la proposta russa di una joint venture con Teheran sullarricchimento in Russia delluranio, e ha rinnovato lappello allIran per «una cooperazione più stretta» con lAgenzia per lenergia atomica delle Nazioni Unite. Lappello è stato prontamente raccolto dal rappresentante iraniano presso lAiea, Ali Asghar Soltanieh, il quale ha dichiarato che lIran è pronto a proseguire «pienamente» la sua collaborazione con lAiea e a «dissipare tutte le imprecisioni riguardanti il nostro dossier nucleare».
Il tono delle dichiarazioni di Ivanov e di Kisliak - che ha ribadito l«assoluta opposizione di Mosca alluso della forza» - ha consentito ieri sera a un portavoce del ministero degli esteri di Teheran di affermare che le minacce degli Stati Uniti di attaccare le installazioni nucleari iraniane riflettono «la frustrazione del governo di Washington, che non trova nessun Paese disposto a seguirlo sulla sua linea dura».
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