Il Mossad stava per eliminare Bin Laden nel ’96

da Gerusalemme

Ben cinque anni prima dell'11 settembre 2001, i servizi segreti israeliani sono stati sul punto di uccidere Osama Bin Laden, un'operazione sfumata però all'ultimo minuto. A rivelarlo è il quotidiano israeliano Yediot Ahronoth. L'idea di organizzare un'operazione per «eliminare» il numero uno di Al Qaida nacque quando gli agenti dei servizi israeliani iniziarono a collaborare con gli 007 statunitensi ed egiziani nell'ambito di un'indagine sul tentato omicidio del presidente egiziano Hosni Mubarak. Nel complotto, scoprirono gli agenti dei tre Paesi, era coinvolto anche un gruppo attivo in Sudan, tra le cui file figurava proprio Bin Laden. Furono poi gli israeliani a riuscire ad arrivare a un’informatrice del leader di Al Qaida: i contatti con la donna vennero stabiliti grazie agli 007 del Paese di origine dell’informatrice, che però il giornale israeliano non rivela quale fosse. I servizi riuscirono a convincere la donna a partecipare all'operazione e secondo il piano avrebbe dovuto essere proprio lei a uccidere lo sceicco del terrore. L'operazione era quindi scattata e l'uccisione di Bin Laden era questione di tempo. A mettere i bastoni tra le ruote agli israeliani e ai loro colleghi fu però un'improvvisa «crisi tra Israele e l'Anp», scrive il quotidiano, che portò al gelo nei rapporti tra il Mossad e i «servizi di intelligence coinvolti nell'operazione».

Da queste parole si deduce che il Paese coinvolto fosse una nazione araba. Arrivò poi il momento in cui Israele riprese le relazioni con il Paese che Yediot Ahronoth non menziona, ma era ormai troppo tardi: Bin Laden si era già trasferito.

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