Politica

Le mosse della Lega Carroccio all’opposizione

RomaL’alleanza per ora è finita: «Abbiamo registrato il cambiamento del Pdl che segna una rottura con la Lega e che ci assegna un ruolo all’opposizione». Questa volta è Roberto Maroni a parlare. Da Roma, ma solo eccezionalmente, per la presentazione del libro di Bruno Vespa.
Maroni a parte, nessuno dei dirigenti del Carroccio si è fatto vedere a Roma e dintorni neanche ieri. Mentre nella Capitale vanno avanti le consultazioni tra il premier incaricato Mario Monti e le delegazioni, la Lega è sempre più chiusa, e all’apparenza unita, a Milano. Questa voglia di contestazione pare stia rinvigorendo un partito che negli ultimi tempi rischiava di disunirsi. Lunedì era arrivato l’annuncio della riapertura del parlamento padano. Ieri il chiarimento finale: la storica alleanza con il Pdl è finita, o meglio sospesa. Si tratta di un motivo contingente, ovvero la decisione del Popolo della libertà di sostenere il governo Monti e quella leghista di andare, unica forza politica, all’opposizione. Se il neo-governo guiderà il Paese fino al termine della legislatura, «ci sarà un anno e mezzo di tempo per capire se l’alleanza Lega-Pdl si potrà ricostruire oppure no - concede Maroni - Ma oggi si è interrotto il percorso iniziato nel 1994». Il divorzio momentaneo non significa che i rapporti siano rovinati. Maroni ha speso ieri parole di rispetto e stima per Berlusconi: la notte delle dimissioni in piazza a Roma «c’era una gran voglia di linciaggio» nei confronti di una persona che non è stata sfiduciata e che ha deciso di fare un passo indietro». Il premier uscente «avrà modo di riscattarsi da quella brutta immagine di piazza». Quella protesta «è stato uno spettacolo deplorevole e ingiusto». Berlusconi «ha tanti difetti ma anche pregi: è uno dei grandi innovatori della politica italiana».
Non è un caso che sia stato proprio l’ex ministro dell’Interno a farsi portavoce leghista. Potrebbe infatti essere Maroni il nuovo capogruppo alla Camera, la guida del corso nuovo della Lega sulle barricate. Il ministro uscente dell’Interno subentrerebbe all’attuale capogruppo Marco Reguzzoni, da sempre considerato tra i più dialoganti, virtù non adatta a questo momento. «L’opposizione è bella», è stato in fondo il pensiero del Senatùr appena caduto il governo. E questa opposizione unica padana, ha rivendicato orgoglioso Maroni, permetterà di evitare un parlamento «libico»: «Mi preoccupa un Parlamento di sola maggioranza: ce l’aveva Gheddafi e veniva convocato una volta l’anno». In questa fase di contestazione la Lega «non farà sconti a nessuno». Non si può pensare che «superMario riesca a ridurre la spesa delle Regioni con un decreto, è una cosa che non si può fare.

Su questi temi siamo pronti a discutere, ma non a scatola chiusa».

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