La mostra che prende vita al passaggio del visitatore

La mostra che prende vita al passaggio del visitatore

Avete presente quelle mostre d’arte dove il visitatore passa da una sala all’altra guardando le tele e leggendo le didascalie? Dimenticatele. A Palazzo Ducale, fino al 7 novembre 2010, si parte per un viaggio da protagonisti, dove il pubblico è guidato a creare egli stesso il momento artistico. L’occasione è la mostra «Meditazioni Mediterraneo. In viaggio attraverso 6 paesaggi instabili», curata e realizzata da Studio Azzurro, di Milano, uno dei più importanti gruppi internazionali di video arte, con la collaborazione del Museo di Archeologia Ligure, con Patrizia Garibaldi e dalla Sezione di Conservazione della Biblioteca Berio con Laura Malfatti. L’evento è inserito nel più ampio progetto europeo E-pisteme Tec (programma operativo di cooperazione transfrontaliera) curato da Annamaria Agarini. Il percorso si snoda attraverso sei sale espositive e due filoni: da una parte le videoinstallazioni di Studio Azzurro, che grazie a dispositivi interattivi inducono il visitatore a interagire direttamente con l’immagine che ha davanti, per modificarla. Dall’altra i reperti storici ed archeologici. Ecco dunque il senso dell’espressione «paesaggi instabili», ovvero scenari che si modificano con l’intervento dell’uomo, nel tempo e nello spazio. Così, davanti al paesaggio della campagna provenzale incantata di lavanda, basta un tocco della mano per scatenare uno sciame d’api o un volo di uccelli. Si cambia stanza e la rotta porta ad approdare nella terra del Vesuvio dove tre grandi schermi verticali rimandano immagini di calore e di lava. Qui il visitatore passando su una pedana di legno crea le vibrazioni dell’eruzione vulcanica. Le metamorfosi del paesaggio si moltiplicano al passaggio dell’uomo, così come la mostra vive attraverso l’interazione con il pubblico che potrà anche ammirare alcuni pezzi straordinari provenienti non solo dalla collezioni genovesi: uno dei primi atlanti del Mediterraneo usati dai naviganti, statuette rituali, reperti archeologici che ripercorrono la storia del Tirreno, una delle tanti declinazioni del Mediterraneo. Impossibile dire di più per una mostra tutta da vivere e - suggeriamo - adatta a più livelli di lettura da scoprire nel corso della visita.

Di certo, se come hanno sottolineato il presidente della Fondazione Palazzo Ducale Luca Borzani e l’assessore comunale alla Cultura Andrea Ranieri, insieme con il presidente della Provincia di Cagliari, partner della mostra, Graziano Milia, il Mediterraneo deve ritrovare identità nel suo essere luogo d’incontro, un primo significativo passo è stato compiuto proprio da chi ha realizzato la rassegna, mostrando di saper fondere antico e moderno con un sapere profondo e una sensibilità artistica che precorre i tempi.

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