Enrico Groppali
Anche se in tempi e in modi assolutamente autonomi si assiste a un ritorno a Strindberg sulle nostre scene. Cominciato la scorsa stagione col Padre firmato da Castri, proseguito un mese fa con la riproposta di Signorina Giulia in unedizione anticonformista e attualmente confermato dal ritorno di Danza di morte, uno tra i testi più complessi ed imitati dellanalista dello sfacelo borghese. In cui, parafrasando Ibsen e la solitudine della Donna del mare, lautore immagina che su unisola battuta dai venti un Capitano di lungo corso e sua moglie, di professione ex attrice come Harriet la terza signora Strindberg, si affrontino senza esclusione di colpi in un duello cui porrà fine la scomparsa di uno dei contendenti.
In un terribile excursus di dati autentici e fatti immaginati ad uso e consumo dellaltro che si vuole abbattere cui presta mano involontariamente un cugino della donna. Il quale, emerso come un topo di fogna dallinconscio dei protagonisti, verrà letteralmente sbranato salvandosi in extremis con una fuga che sa di resa incondizionata allesasperato passo a due degli avversari in lotta per il suo possesso. Ora questo dramma danime e di corpi che condizionò persino Joyce nella stesura degli Esuli, diventa nellaccurata impaginazione di Bernardi e dello scenografo Gisbert Jaekel che punta vistosamente le carte sulla reclusione della coppia nel circuito ad alta tensione della torre, arena deputata per eccellenza allo scontro con quei minacciosi fori circolari affacciati sulla battigia da cui entra fioca e malata la luce spettrale dellinferno nordico, viene riproposto in unedizione per più versi atipica e singo- lare. Dove, nella prima parte, lo spettacolo oscilla compiaciuto verso un grottesco con venature tragicomiche nei toni di un vaudeville fin troppo accentuato e sopra le righe nella recitazione di Bonacelli che, memore dei Witkiewicz di Missiroli, prende il sopravvento mettendo in difficoltà i compagni giustamente assorti, per merito del regista, nei toni intimisti previsti dallautore.
DANZA DI MORTE - di Strindberg Teatro Stabile di Bolzano. Regia di Marco Bernardi, con Paolo Bonacelli, Patrizia Milani, Carlo Simoni. A Trento da giovedì a domenica. A Bologna dal 24 al 28 gennaio.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.