Donatella Papi, la giornalista che nel marzo scorso ha sposato Angelo Izzo, non è una pazza. Bisogna precisarlo subito, perché, all’indomani della sua scelta di diventare la moglie del «mostro del Circeo», fu proprio questa parola - «pazza» - ad essere usata da molti per liquidare una decisione che, invece, merita rispetto.
Raggiungo telefonicamente Donatella alla vigilia di Natale: siamo colleghi e buoni conoscenti, lavoravamo insieme in questo giornale quando a dirigerlo era Indro Montanelli. Le chiedo: «Ma Angelo Izzo, oggi, trova conforto nella fede?». E lei: «Sì, Angelo prega spesso. Non ama gli uomini di chiesa, ma ha uno spiccato senso della spiritualità. Crede nella giustizia di Dio, non in quella degli uomini. Nino, ti mando una sua lettera, così capirai meglio...». Parlare di conversione, per un pluriomicida condannato all’ergastolo, è forse troppo, ma Donatella è convinta che questo cammino sia possibile: «Ho sposato Angelo per amore e ogni volta che lo vedo, che gli parlo, che gli scrivo mi rendo che il mostro non è lui, ma altri...». A chi ti riferisci? «A chi non vuole che la verità sui fatti del Circeo vengano fuori...». Ma su quella tragedia parlano chiaro le sentenze dei processi: «Verdetti che hanno trovato in Izzo il perfetto capro espiatorio, il simbolo del male che ovviamente doveva essere incarnato da un uomo di destra. Peccato che nessuno abbia indagato negli ambienti della sinistra. Se lo avessero fatto oggi, forse, Angelo non sarebbe in cella...».
Parole dure, dette da una donna coraggiosa che ha perso l’unico figlio (Jacopo, 18 anni) in un incidente misterioso: «Avevo sposato Angelo il 10 marzo, e da quel giorno continuavo a ricevere minacce di morte. Il 10 aprile Jacopo è stato trovato senza vita in mezzo alla strada. Si sono vendicati su di lui, ma è a me che volevano farla pagare...».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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