In moto corre il made in Italy manca soltanto... Valentino

La Ducati domina in prova con Capirossi e Gibernau. Aprilia ruggente. Ma Rossi è solo nono

Benny Casadei Lucchi

È finito persino a terra, non per colpa sua, bensì dell’olio lasciato in pista dalla moto di Hofmann. Però non è bello rotolare sulla ghiaia, non è bello saltare il muretto per tornare di corsa ai box e montare in sella a un’altra moto, sono contrattempi che non lasciano di buon umore, nemmeno gli ex folletti come Rossi. Le qualifiche di Valentino sono iniziate così, per cui il nono tempo finale, lontano la vita di un secondo dalla pole di Loris Capirossi e la Ducati, è in gran parte figlio delle molte, troppe vibrazioni della sua Yamaha, e un poco anche del suo inizio turbulento chiappe a terra. Oggi si vedrà, tutti vedranno, dato che nessuno tra gli addetti ai lavori e - cosa che ancor più conta - nessuno tra gli avversari crede che il Dottore non sarà oggi della partita.
Anche perché manca solo lui in questa giornata di motori e impennate - e molte spettacolari cadute - dove l’Italia l’ha fatta da padrona. Due Aprilia sono tenacemente davanti a tutti: in 125, la Casa venetà domina e festeggia la prima volta in pole del giovane Mattia Pasini; nella 250, l’Aprilia brinda con lo spagnolo Lorenzo. Il resto, e che resto, è tutto farina del sacco Ducati: Loris, come da lui stesso ammesso, ha «domato il toro rosso» e Sete Gibernau ha saputo far lo stesso. Dopo i temponi segnati durante gli ultimi test sul circuito andaluso, nessuno dubitava che la Rossa a due ruote sarebbe stata fra le grandi; tanto più che le sue Bridgestone calzano a meraviglia sull’asfalto di Jerez.
E che la Ducati sia da vittoria, lo provano le dichiarazioni a basso profilo dei suoi cavalieri.

Capirossi si schermisce, «resto il piccolo Loris» dice; Gibernau idem come lui, ma freme per non svelare quel che pensa veramente: la voglia grande che ha di vincere al debutto con la Rossa sul circuito di casa, umiliando Valentino che, qui, giusto un anno fa lo umiliò. È solo una corsa, ma potrebbe diventare un regolamento di conti.

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