Moto: Gp del Portogallo a Lorenzo

In quel di Estoril, certamente al Dottore girano pistoni, cilindri annessi e connessi. Perché si era involato e ha invece vinto l’unico che trionfando può davvero turbarlo: Jorge Lorenzo. Compagno a tempo determinato, visto che Valentino Rossi l’avrà fisicamente accanto con gli stessi colori ancora una volta, venerdì, sabato e domenica prossimi per l’ultima gara del mondiale, a Valencia. Poi saranno definitivamente e ufficialmente nemici in tutti i sensi.
Il Vale, da uomo scafato qual è, se n’è ben guardato dallo sminuire la vittoria dello spagnolo. Ha detto: «Mi ha superato e un pò stretto ma sono le corse, va bene così...»; e poi, riferito alla rincorsa del secondo posto mondiale (visto che ha passato Stoner caduto e Pedrosa gli sta davanti di soli 19 punti): «È alla portata, ci proverò a Valencia, sarebbe bello, tanto più pensando che, per l’incidente, ho saltato quattro Gp».
Poche parole, dunque, forse perché la testa è ormai densa di rossi pensieri nel senso della Ducati e non del cognome. Mancano infatti, con oggi, otto giorni al ferale momento in cui monterà in sella alla Rossa. Accadrà lunedì prossimo, sempre a Valencia, per tre giorni a sgasare, provare, capire quanto, lui, potrà dare di più e se c’è una qualche ragione tecnica che spieghi le cadute a raffica di Casey Stoner (ieri a terra al giro cinque, mentre lottava con Lorenzo per il secondo posto, ndr). Sul tema, Valentino è schietto come sempre. Dice: «Non so cosa potrei fare perché la moto non l’ho ancora provata. Però Stoner mi sembra comunque un pilota da tutto o niente. Anche in Australia, nei primi giri, aveva tirato come qui. Là ci ha dato un anno di distacco e gli è andata bene. In Giappone pure, ma in Malesia è finito a terra... Non so se la moto abbia particolari problemi... Quanto alla Yamaha, beh, è come lasciare una fidanzata: per cui, quando decidi di separarti litighi, poi resti amico e ricominci a parlare e magari vai a prenderti un aperitivo... Ma ormai penso alla nuova fidanzata... no, non mi commuoverò a Valencia lasciando la Yamaha».
Nel mentre, il Vale, fa però finta di non avvertire lo tsunami motoristico scatenato in quel di Brno, agosto, giorno dell’annuncio del matrimonio in rosso, la cui immensa e grande e lunga onda s’abbatterà su di lui non appena sarà rosso per davvero. Perché, sì, Vale è sempre stato al centro delle mille, a volte ossessive, attenzioni degli appassionati italiani, però guidava una Yamaha che per la precisione non è molto italica... Sulla Ducati non solo sgaserà tricolore, ma lo farà per un esercito di appassionati per i quali, spesso, si scomoda il termine di “popolo” tanto sono esigenti e documentati.
Non proprio un fardello leggero, tenendo anche presente che, spesso, gli appassionati dimenticano che nel motorismo dell’austerity figlio della crisi economica (così come in F1) si prova pochissimo. Per dirla tutta: Valentino e i suoi colleghi avranno in tutto dieci giorni per testare le loro moto prima del via della prossima stagione. Dieci giorni per coloro che i bolidi li conoscono a mena dito (come per Vale negli ultimi anni e come sarà per Lorenzo) e dieci giorni per chi balza in sella a una perfetta sconosciuta.


Ma visto che, all’inizio, si diceva che, battuto da Lorenzo, gli devono essere girati pistoni e cilindri, una doverosa parentesi meritano altri due a cui girano parecchio: trattasi di Dovizioso e Simoncelli, terzo e quarto sul fil di lana. Hanno duellato alla grande, ma si parla sempre e solo di lui... Non è vita.

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