MotoGp, Valentino è Superman Duella con Stoner: poi è quarto

Con una vite lunga 27 cm nella gamba destra, il Dottore beffato dall'australiano all’ultima curva: "Mai così felice per un quarto posto". Vince Pedrosa davanti a Lorenzo

MotoGp, Valentino è Superman 
Duella con Stoner: poi è quarto

Stefano Fiore

Per comprendere quanto Valentino Rossi sia mancato al motomondiale bastava osservare la ressa dei media accalcati per rubare una sua parola, un suo cenno. Quando di un pilota si apprezza il come è arrivato un risultato, e non il risultato stesso, si è di fronte a un campione. A maggior ragione se il risultato non è la vittoria. Se oggi si parlerà poco del trionfo di Pedrosa al Sachsenring, della costanza di Lorenzo che si avvicina sempre più al Mondiale o della gara del redivivo Stoner è solo perché il Dottore riesce a catalizzare tutta l'attenzione del paddock. E' la sua forza: puoi vedere in lui un mito o provare invidia ma è l'unico pilota capace di rianimare una MotoGp non più spettacolare come un tempo. Perciò rivederlo in pista in Germania ha trasformato un gran premio in uno show, altro che la scelta di Lebron James. Per l'occasione il Dottore ha usato una tuta completamente nuova, rinforzata anche per la gamba sinistra (non si sa mai!), a cui mancava solo la grossa «S» di Superman al centro del petto poiché è ancora un affascinante mistero come un ragazzo di 31 anni che cammina con le stampelle possa salire in moto e timbrare il secondo miglior giro veloce della gara.

Alla fine è arrivato un ottimo quarto posto, con il podio perso solo all'ultima curva quando chiudere la porta a Stoner per l'ennesima volta avrebbe rischiato di compromettere tutta la fatica fatta per rientrare dopo poco più di un mese. «Non sono mai stato tanto felice di finire quarto. Che lotta con Casey! Se fosse arrivato lui dietro forse avrebbe frignato come dopo Laguna Seca 2008... Alla fine l'ho avvicinato fingendomi arrabbiato come lo era lui dopo quella gara e ha fatto una faccia strana, ma gli ho fatto capire che stavo scherzando» l'affondo di Rossi che non ha smesso di dare gas neanche a parole. Dopo la carambola del nono giro quando De Puniet (frattura di tibia e perone, auguri di un rientro veloce e prodigioso come quello di Rossi) cade e viene centrato da Bautista ed Espargaro, la gara è ripartita con la fuga di Pedrosa, tallonato da Lorenzo ma soprattutto con il duello tra Rossi e la Rossa. Un curioso intreccio in vista del 2011. «Quando Stoner mi ha visto che gli ero attaccato si è trasformato, forse riesco a dare motivazioni extra a tutti» ha detto Valentino. La sfida con l'australiano ha riconsegnato ai tifosi il numero 46 ai massimi livelli e ha alzato il livello dello spettacolo. Era da tempo che i «Magnifici quattro» non si dividevano le prime posizioni: Pedrosa, Lorenzo, Stoner e appunto Rossi. Ottimo il sesto posto di Simoncelli, Dovizioso settimo, decimo Melandri e undicesimo Capirossi.

Ma la notizia migliore di questo weekend tedesco è che Vale può dire «Sono ancora io». Con una vite lunga 27 centimetri nella gamba destra, ma è ancora quello di prima. Si era parlato di gara accorta per non rischiare. Ma l'appetito vien mangiando: «Sono contento di come sono andato e di come sono riuscito a guidare. Quando sono arrivato su Stoner, c'era Lorenzo che non era neanche troppo lontano e sarebbe stato bello andarlo a prendere. A Laguna Seca tra una settimana punto al podio». Voglia insaziabile di successo, dna caratteristico dei fenomeni. Lorenzo è 111 punti distante, chissà. Rovinare la festa a quello che la Yamaha considera il pilota del futuro più che un obiettivo potrebbe diventare una conseguenza di una grande seconda parte di stagione. Jorge nel dopogara ha fatto finta di ignorarlo: «Se mi ha sorpreso? Dopo averlo visto in prova pensavo che potesse giocarsi il podio come è poi successo» ha spiegato lo spagnolo. Ma è consapevole che Rossi rischia di essere una variabile pericolosa per il suo sogno Mondiale: poca pressione, voglia di dimostrare ancora qualcosa alla Yamaha senza contare che la coppia Pedrosa-Stoner non ha ancora dimostrato continuità. Ma allora perché l'azienda di Iwata lascerà andare via un Rossi così? «Perché dove vado...

? Nell'eventualità, che non è affatto sicura, ognuno fa la sua scelta, poi vedremo in futuro chi aveva ragione. Forse mi lascia andare perché sono vecchio...» ha risposto sorridendo il nove volte campione del mondo. Sarà pure così, ma a vederlo in pista proprio non sembra.

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