Economia

Motor Show, braccio di ferro Fiat-Promotor

Faccia a faccia, ieri a Torino, tra Olivier François, responsabile della promozione dei marchi di Fiat Group Automobiles, e Giada Michetti, amministratore delegato di Promotor International: al centro della discussione il «no» della casa automobilistica a partecipare alla prossima edizione del Motor Show di Bologna, decisione che rischia di mandare a gambe all’aria l’unico Salone italiano dell’automobile.
La partita, comunque, non sembra essere chiusa. Le parti si rivedranno nei prossimi giorni e Promotor potrebbe fare un’ultima proposta, la terza nel giro di alcuni mesi, per cercare di convincere il gruppo a non disertare la manifestazione. Al prossimo decisivo incontro parteciperà anche Lorenzo Sistino, responsabile commerciale di Fiat Group Automobiles, reduce dalle riunioni di Detroit con l’ad Sergio Marchionne, che proprio domani presenterà al consiglio di amministrazione di Chrysler la bozza del piano industriale.
A rendere però ancora più complessa la situazione è anche la notizia secondo cui né Ferrari né Maserati, sempre del gruppo Fiat, hanno ancora deciso se essere presenti con propri stand. A Maranello danno per sicura, in questo momento, solo l’esibizione delle monoposto di Formula 1. Quale Motor Show si terrà a dicembre, e soprattutto il futuro del Salone italiano dell’auto, sono legati all’incontro dei prossimi giorni tra Fiat e Promotor. Da parte dei costruttori esteri, che rappresentano il 67% del mercato italiano, la situazione attuale vede Subaru, Peugeot e Citroën confermare la presenza, mentre Mercedes-Benz ribadisce il «desiderio di esserci, auspicando un ripensamento generale dei format delle rassegne espositive». Molte, invece, le società che hanno preso tempo. Tra queste ci sono Ford (anche se l’ordine di scuderia è di partecipare alle esposizioni solo se è presente il costruttore nazionale), Kia, Mitsubishi e Volvo. Ai «no» di General Motors, Bmw-Mini, Renault, Nissan e Ssangyong si sommano quelli di Honda, Toyota, Jaguar e Hyundai. Forfait anche del gruppo Volkswagen che, con il marchio Vw, opterà invece sulla parte spettacolare dell’evento con i suoi «Miti». «Considero il Motor Show un evento importante per il Paese - afferma Alain Martinez, amministratore delegato di Peugeot Italia - soprattutto in un anno difficile come questo. Non è un buon segnale la decisione della casa nazionale di rinunciare. Magari è opportuno pensare a un nuovo equilibrio, rendendo per esempio biennale anche la rassegna italiana». «Rinunciamo con dispiacere - aggiunge Romano Valente, vicepresidente di Hyundai Italia - perché abbiamo concentrato tutti gli sforzi sugli interventi che si renderebbero necessari nel caso gli ecoincentivi non venissero prorogati».
Dalla Serbia, intanto, arrivano novità sull’impegno industriale di Fiat a Kragujevac. Il ministro serbo dell’Economia, Mladjan Dinkic, dopo aver incontrato l’italiano Adolfo Urso, ha annunciato «che nelle prossime 5-6 settimane il Lingotto darà il via al progetto in vista della produzione del nuovo modello. L’investimento è pari a 800 milioni».

La fabbrica dovrebbe sfornare l’automobile «low cost» torinese destinata a Cina, India e Brasile.

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