Prima di stasera si tennero al Piccolo Teatro nel 2003. E poi anche in tante università italiane. Fino a diventare un appuntamento di culto, che rimandava nei giorni seguenti a centinaia di commenti su blog e facebook. Le «Lezioni di indisciplina», raccontano coloro che vi hanno assistito, sono un oggetto misterioso fintanto che non le si frequenta. Poi, come tutto ciò che ci è naturale ma abbiamo dimenticato, da eterodosse si trasformano in necessarie. Ecco perché l'appuntamento di stasera al Trottoir (piazza XXIV Maggio, ore 21) è molto atteso dai milanesi che hanno ancora nelle orecchie l'eco di un matrimonio impensabile ma possibile, a maggior ragione in un momento di destabilizzazione dei mercati: quello tra arti ed economia. Docenti universitari, economisti, esperti di finanza, scrittori e artisti, sociologi e trendsetter saliranno in cattedra per qualche ora per liberare idee ed energie come propellenti anticrisi. Trasformazione degli attuali metodi di «manutenzione del denaro», riflessioni estreme su produzione e realtà economica, proposta di performance artistiche in cambio di merce e quindi un nuovo ruolo-motore per arte e cultura sono solo alcuni dei temi «classici» delle Lezioni, che vedranno tra relatori e ospiti, oltre ai moderatori Running Mannarelli e Mimmo Di Marzio, uno dei promotori storici delle Lezioni, Pierangelo Dacrema, autore de La crisi della fiducia (Etas) che verrà presentato durante la serata. Sostenitore della tesi secondo cui l'economia sarebbe una disciplina «trascendente», frangia della filosofia, Dacrema è tra coloro che tesseranno il filo rosso dell'osmosi interdisciplinare come salvezza, sia per la moneta sia per l'arte.
E ancora, tra gli «indisciplinologi», il banchiere e docente bocconiano Jody Vender, Paul de Sury, esperto di mercati finanziari internazionali, il critico d'arte Philippe Daverio, il sociologo Renato Mannheimer, lo scrittore Andrea Pinketts, gli artisti Paola Fiorido e Michelangelo Jr., la stilista Sara Scaramuzza.Il motore anticrisi delle idee
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