Leonardo Fornaroli è un ragazzo con le idee chiare e un futuro ancora tutto da scrivere. In due anni ha vinto la Formula 3 e la Formula 2. Non ci sono riusciti in tanti e chi ce l'ha fatta, come Piastri o Bortoleto, è poi arrivato in Formula 1. Lui comincerà dalla porta di servizio, come terzo pilota, praticamente fatta con McLaren, ma poi arriverà e allora avremo due piloti italiani. L'abbraccio che gli ha regalato Kimi Antonelli (foto) dopo il traguardo che lo aveva proclamato campione è un assaggio di futuro.
Quando compirà 21 anni il 3 dicembre avrà più di un buon motivo per festeggiare. È dire che il Leo bambino non amava la formula 1, anzi la trovava proprio noiosa. Papà, un grande appassionato e un pilota a sua volta, stava attaccato davanti alla tv a vedere i gran premi e il piccolo Leo gli diceva: «Che noia queste macchinette che girano attorno, mi sembra uno sport inutile». Con il passare del tempo e dopo aver provato le mini moto e tanti altri sport, Leo ha provato un kart elettrico e ha cambiato idea. «All'inizio il motorsport non mi interessava tanto, però pur provando tanti sport non ne avevo trovato uno che mi appassionasse e non sapevo bene che fare. Mio papà aveva fatto un po' di motocross e poi era passato alle quattro ruote correndo in Gt3 Lo vedevo e allora mi è venuta voglia di provare. Siamo andati a provare un go kart, uno di quelli molto semplici, elettrici, indoor. Mi è piaciuto tantissimo ho provato le minimoto perché vicino a Piacenza c'è una bella pista, ma poi mi sono dedicato ai kart. Mi davano quell'emozione che nuoto, basket o calcio non mi hanno dato. Semplicemente mi è nata la passione. Posso dire che dal primo giro ho capito che quello sarebbe stato il mio sport».
Non ha più voluto fare altro. Papà non vedeva l'ora di poter trasmettere la sua passione e ha investito sulla carriera del figlio. Lui, importante industriale del ramo carta a Piacenza, ha puntato su Leo e adesso vede il traguardo della Formula 1 a portata di mano. Corre un po' alla Prost, sa ragionare, ma sa anche attaccare quando serve, soprattutto alla partenza.
Ieri dopo il traguardo ha chiesto scusa al team perché non era riuscito a vincere. Poi quando via radio gli hanno detto che il secondo posto bastava per vincere il titolo è scoppiato a piangere. Ci voleva. Un po' di umanità non fa mai male.