Motta: «Impraticabile, è fuori legge»

Gli spot tra le pagine? Una questione ancora tutta da discutere. È l’alt più inatteso, quello degli editori, alla proposta contro il caro libri del direttore generale di Confindustria, Maurizio Beretta. Federico Motta, presidente dell’Aie, non nasconde tutto il suo scetticismo. La pubblicità sui libri di testo scolastici, ha spiegato Motta, «non trova praticabilità». Per il presidente dell’associazione, la cui casa editrice edita soprattutto libri d’arte, il problema non è solo tecnico, ma anche regolamentare: «È una cosa che non si può fare e, del resto, è vietato dalla legge». L’idea di una fonte di introiti alternativa non sorride affatto agli editori e Motta «scaccia» l’ipotesi di Beretta quasi infastidito: «Basta parlare di cose che non si possono realizzare». Del resto l’associazione in questi ultimi giorni è stata decisamente sotto pressione, visti gli attacchi alla categoria giunti da ogni parte: dal ministero della Pubblica Istruzione all’Antitrust. Il punto è che Motta nega alla radice l’esistenza del problema: «Sono le solite polemiche sul caro-libri, ma sono infondate: gli aumenti del 2008, come del resto quelli degli anni scorsi, sono notevolmente sotto il tetto dell’inflazione rilevato dall’Istat».

Il presidente si è levato in proposito più di qualche sassolino dalle scarpe: «Francamente non riusciamo a capire nemmeno la logica dei controlli nelle librerie voluti dall’Antitrust. Gli impegni presi dagli editori nell'aprile scorso potevano avere effetto solo per i testi da utilizzare nell'anno scolastico 2009-2010. L’Autorità sta buttando i soldi dei contribuenti».

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