Milano Non c'è molta storia da raccontare, alla fine Mourinho fa i complimenti a Guidolin ma cosa abbia fatto il tecnico del Parma per meritarseli non è chiaro. Si è presentato con nove giocatori fissi dietro alla palla, ha rincarato la dose schierando Zaccardo a uomo su Sneijder, davanti si è affidato a un impalpabile Paloschi che non si è mai liberato al tiro. Ma nessuno del Parma si è mai liberato per calciare verso Julio Cesar di cui si ricordano un paio di interventi innocui. La gente a San Siro si domanda se il portierone brasiliano sia in forma. Mourinho temeva la striscia positiva del Parma, fra serie B e le prime due di serie A non perdeva da dieci giornate. L'Inter ha faticato perché c'era poca voglia di correre e magari rischiare un intervento a tre giorni dalla madre di questa prima fascia di partite. Thiago Motta ha fatto capire subito che non aveva nessuna intenzione di sudare, Maicon faceva i capricci, Eto'o e Milito non hanno mai trovato uno scambio significativo. C'è voluta una discesa di Santon in fascia sinistra per svegliare la gente: palla a Sneijder, Mirante in angolo. Josè va nello spogliatoio con qualche minuto di anticipo e decide la strategia: fuori Thiago Motta che stava giocando male ed era ammonito, come Vieira che esce dopo 25 minuti ma stava giocando benissimo. La vera svolta è Balotelli, entra e prende a spallate tutta Parma, sono suoi i due assist che consentono a Eto'o e Milito di metterla.
Fa tutto in 45 minuti, riesce anche a presentarsi solo davanti a Mirante e autoubriacarsi con una serie di dribbling che lo fanno svenire lì in area piccola, proprio sotto la Nord che applaude forte perché senza di lui l'Inter rischiava di perdere altri due punti a San Siro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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