Mou come Mosè decalogo al Real per battere il Barcellona

Primo: non incassare gol. Secondo: rendere il Bernabeu un inferno. Terzo: dimenticarsi dell’arbitro. Quarto: sfruttare il gioco aereo. Quinto: non perdere mai di vista la palla. Sesto: chiudere tutti gli spazi. Settimo: pressing e verticalizzazioni. Ottavo: movimento estremo per sfinirli. Nono: concentrazione. Decimo: autostima.
«Dio deve proprio pensare che io sia un bel tipo - disse un giorno -. Deve pensarlo davvero, altrimenti non mi darebbe così tanto. Ho una famiglia incredibile, lavoro dove ho sempre sognato di lavorare... E lui mi ha aiutato tanto per poter conseguire tutte le cose che ho adesso. Ne sono certo, Dio deve avere un’ottima opinione di me». E adesso il Principale gli ha dato anche le tavole, dai, Josè potrebbe finire nei guai per concorrenza sleale, o qualcosa del genere, non è mai difficile trovare argomenti contro di lui. Comunque se qualcuno aveva dei dubbi sul filo diretto fra i due adesso dovrà rassegnarsi, alla vigilia della sfida contro il Barcellona, Guardiola tiene fuori dodici titolari in Champions e lui, Josè Mourinho, si presenta con i dieci comandamenti.
É il secondo anno del portoghese, quello in cui in genere vince, e a Valdebebas c’è un clima molto simile ai duemilatre del monte Sinai, aria frizzante, Josè è sceso con le tavole della legge e ai suoi piedi i madridisti non hanno battuto ciglio. Aveva dettato un decalogo anche alla vigilia di un match al Bernabeu. I blancos lo avevano potuto trascorrere in famiglia ma con dieci regole d’oro da osservare scrupolosamente, dalla cena leggera, al bicchiere d’acqua prima di coricarsi, fino alle ore di sonno, non un minuto di più. Ma qui c’è dell’altro, c’è complicità con la massima autorità, senza neppure un ragionevole dubbio: Josè è un grafomane notorio, ma quasi mai lascia in giro tracce.

Strappò perfino il foglietto con appunti e formazione di una partita giocata ad Appiano dal suo staff tecnico contro i giornalisti. Adesso saltano fuori addirittura le due tavole: si vede proprio che non le ha scritte lui.

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