Mou: «Zenga dimostri di essere un vero interista. Perdendo...»

nostro inviato ad Appiano Gentile

Non bisogna stuzzicarlo, si va su un terreno dove Josè non fa prigionieri. Certe uscite poi sono degli straordinari assist a volte involontari, ma non importa, lui non lascia sospesi. Hanno detto che fa di tutto per rendersi antipatico, e non ha replicato. Poi hanno detto che le società sono ostaggio della curva e hanno fatto l’esempio di Stankovic. Era un anno e mezzo che aspettava di liberarsi della questione: «Se un giocatore non arriva in una società perché gli ultrà non lo vogliono, è mancanza di personalità della società». Chirurgico e letale senza far nomi.
Il resto della conferenza stampa di vigilia col Palermo, l’ha utilizzata per parlare dei recuperi di Motta, Milito e Cambiasso. Quindi un lungo sciabordio su Walter Zenga: «Amico di miei grandi amici, quindi anche lui mio grande amico». Si mandano segnali di fumo da tre giorni, ma non ce n’è uno disposto a parlare di gran biscotto: «Lui mio erede? Mi piacerebbe. Rispetto la sua carriera, verrà a giocare in uno stadio che sente come casa sua e io so cosa succede in queste circostanze, si gioca contro la propria città, la propria squadra, la curva gli celebrerà il tributo. Poi cercherà di vincere con tutte le sue forze. Ecco, io spero che lui dimostri di essere un vero interista perdendo contro di me».

Mica male neppure questa.
Previsto un primo tempo di fuoco, intervallo, secondo tempo alla baionetta. Il Palermo non ha niente da perdere, l’Inter, formazione imprevedibile, con altri tre punti avvilisce il resto del corteo.

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