Mourinho arrestato per colpa del suo cane

Quando il cane è davvero il miglior amico dell’uomo. Tanto da prestare il suo nome, divenuto una sigla da decriptare per scoprire i ciclisti coinvolti negli ultimi scandali doping. O addirittura essere termine di paragone per un calciatore modesto, come fece l’allora tecnico della Sampdoria Vujadin Boskov che, prima di un derby della Lanterna, disse che se avesse sciolto il suo cane, avrebbe giocato meglio dell’uruguaiano del Genoa Perdomo. Scontato che da allora molti tifosi blucerchiati «battezzarono» con questo nome il loro amico a quattro zampe.
Ma c’è chi per il suo cane ha addirittura trascorso qualche ora in cella. Gesto nobile, anche se il personaggio in questione è niente meno José Mourinho, il tecnico del Chelsea conosciuto per la sua arroganza e per la sua esuberanza dialettica che lo porta a litigare con tutti. Compresi gli agenti di Scotland Yard che martedì sera si sono presentati a Belgravia, dove si trova la casa londinese dell’allenatore di Setubal. Motivo della disputa, il piccolo Gullit (nome di calciatore ben più famoso e vincente del povero Perdomo, ndr), un cucciolo di Yorkshire «mascotte» della famiglia Mourinho.
Secondo quanto riporta il tabloid Sun, gli agenti, accompagnati da un funzionario del servizio veterinario locale, volevano portar via il cane che non era stato sottoposto ai vaccini di rito dopo un recente viaggio in Portogallo. Da qui l’ingiunzione per un periodo di quarantena per il cucciolo. Al momento dell’arrivo della pattuglia, poco prima delle otto di sera, in casa c’era solo la moglie Tami con i due figli Matilde e José junior. Mourinho si trovava a cena con la squadra e, raggiunto per telefono dalla moglie, si è precipitato a casa.
Giunto lì - sempre secondo la ricostruzione del tabloid britannico - Mourinho prima avrebbe iniziato a discutere animatamente con gli agenti. Poi, con la scusa di una telefonata, sarebbe uscito in giardino facendo sparire il cane. Indispettiti dal comportamento dell’allenatore, che si è giustificato sostenendo che il cane era scappato, gli agenti lo hanno arrestato e quindi condotto in una stazione di polizia.

Un paio di ore dopo, completati gli accertamenti di prassi (registrazione delle impronte digitali e del Dna), il tecnico del Chelsea è stato rilasciato con una diffida a suo carico ed è potuto rientrare a casa. Per riabbracciare il suo cane, forse l’unico fiero del brutto carattere di colui che, nella prima conferenza stampa appena giunto a Londra, si autodefinì «the special one».

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